Morto dopo una rapina: finisce così la vita di Milon Sayan, il ragazzo del Bangladesh ritrovato privo di vita l’anno scorso. Al centro delle accuse la coppia killer di Ostia, Naomi Caruso e Niko Caldiero, attualmente rinchiusi a Rebibbia e Regina Coeli con l’accusa di omicidio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la vittima sarebbe stata attirata dalla coppia e picchiata fino alla morte. Una modalità che Naomi e Niko avrebbero messo in atto con altre numerose prede, che erano soliti derubare con la scusa di un appuntamento con la squillo Alessia. Come sottolinea Il Corriere della Sera, è questo il nome che Naomi avrebbe usato per agganciare le sue vittime in un sito di incontri hard, con la chiara intenzione di derubarle di soldi e telefonino. È la stessa trappola in cui sarebbe finito il ragazzo del Bangladesh, ritrovato agonizzante nella mattina dell’ottobre dell’anno scorso. Il Caso di Milon Sayal verrà approfondito questa sera, mercoledì 25 luglio 2018, grazie allo Speciale Chi l’ha visto?. “Restino in carcere“, ha sottolineato invece Shahim Ahamed, il fratello del bengalese. Gli inquirenti intanto indagano anche su altre vittime che non avrebbero denunciato aggressioni e rapine messe in atto dalla coppia di fidanzati. Alcuni infatti potrebbero aver taciuto quanto accaduto, prolungando così l’arresto della coppia con l’accusa di omicidio colposo. 



Ci sono altre vittime della coppia?

Non è da escludere che Milon Sayal non sia stata l’unica vittima di Naomi Caruso e Niko Caldiero, noti ad Ostia, dove risiedevano, per la piccola attività criminale. In particolare Niko sarebbe stato fermato quando era appena adolescente per una rapina, come ha rivelato spontaneamente a Carta Bianca durante un servizio sul posto e sul boss del quartiere, Roberto Spada, verso cui sia lui che la fidanzata avevano manifestato ampia solidarietà. Il sospetto degli inquirenti è che ci sia almeno un altro uomo fra le prede della coppia killer, rimasto vittima della stessa trappola che ha portato alla morte del bengalese. Come ricorda Il Corriere della Sera, saranno necessari ulteriori accertamenti da parte delle autorità per comprendere che cosa sia accaduto realmente quel giorno e soprattutto se possano esserci dei testimoni utili per delineare il modus operandi di Naomi e Niko. Non è da escludere che Alessia, il nome fittizio usato dalla ragazza, possa infatti aver estorto denaro ai clienti agganciati online. In base a quanto emerso finora, sembra che la giovane avesse il compito di individuare dei malcapitati in siti hard, per poi organizzare un finto incontro. In questa fase sarebbe subentrato Niko, che picchiando le vittime le avrebbe convinte a dargli ogni bene in loro possesso. 



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