Durante la puntata dello scorso 23 luglio de “Quelle brave ragazze”, si è parlato della paura di diventare mamma: cosa spaventa maggiormente le donne? Ad aprire il dibattito ci ha pensato Maria Rita Parsi, psicoterapeuta. “L’importante è che le donne stiano bene e sostenute e non lasciate da sole… il cambiamento del corpo è incredibile. Il livello di tradimenti in quel periodo è da sottolineare…” comunica la dottoressa. La giornalista Vira Carbone sostiene anche che il tradimento è molto alto anche subito dopo la nascita del bambino specie perché in quel periodo la donna considera il bambino come qualcosa di assolutamente personale e suo e così l’uomo sentendosi escluso cerca rifugio tra le braccia di altre donne. Si forma quella “diade” che deve diventare “triade” con la presenza del padre. “Le donne devono pensare a tante cose, non solo a loro stesse…” sostiene Veronica Maya, per poi aggiungere: “le donne devono avere l’intelligenza di fare diventare la diade una triade ma guai a definirlo ‘mammo’”.



La parola “mammo”

La parola “mammo” riguarda moltissimo lo scrittore Matteo Bussola che ha ricoperto questo “ruolo” quando sua moglie ha dato alla luce il loro bambino. “Dietro la parola buffa si cela un pregiudizio disgustoso… noi queste cure siamo abituati ad attribuirle solo alle mamme… io credo che dovremmo piantarla con queste attribuzioni. Un padre fa il padre nel momento in cui partecipa alla sua famiglia”. La paternità in Italia dura pochissimi giorni e quelli che si permettono di usufruirne subiscono anche lo scerno dei colleghi di lavoro ed a volte anche mobbing. Dal punto di vista dello scrittore essere mamme fa paura? Alcune cose sembrano indicibili e non si possano dire. “Le donne vengono spesso lasciate sole… è questo il problema!”. “Il feto ascolta, soffre, sogna… la prima voce che riconosce sono quelle con tonalità basse, quelle maschili. Forse quando nasce riconosce la voce del padre e l’odore della madre”, sostiene a pieni polmoni Maria Rita Parsi.



Oggi in alcune strutture in sala parto consentono di stare insieme al bambino sia la mamma che il papà, stretti in un abbraccio per attivare l’immediato contatto subito dopo la nascita. Le donne possono concedersi il tempo di diventare madre? Questa è una delle domande che si sono poste durante il programma. “Ci possiamo liberare di tutto se facciamo prevenzione” racconta ancora la psicoterapeuta. In Finlandia le donne vengono seguite per tre anni dopo il parto, cosa che in Italia purtroppo non accade. E’ vero che la gravidanza è il dolore più forte della vita? La gioia è talmente grande che te lo scordi ma – per correttezza – va raccontato che non si tratta di certo di una passeggiata di salute: “E’ stata tale la gioia che… evviva il dolore!”, conclude Vira Carbone. Eccovi a seguire, il video integrale dell’interessante spaccato televisivo.