I genitori di Isabella Noventa sperano ancora che Freddy Sorgato, la sorella Debora e Manuela Cacco possano rivelare dove sia stato nascosto il corpo della segretaria di Albignasego. Il trio diabolico, come è stato definito dalla stampa, dovrà sottoporsi prossimamente al verdetto dei giudici e non è detto che decidano di cambiare la strategia del silenzio adottata finora. Il giallo sulla morte di Isabella è ancora da chiarire e sembra ruotare tutto attorno al rapporto fra la vittima e i suoi presunti aguzzini. Un piano che prevedeva l’uscita fra la segretaria e l’ex fidanzato Freddy, l’autotrasportatore che nel frattempo aveva anche una relazione ambigua con la tabaccaia Cacco. Solo quest’ultima ha deciso di collaborare con gli inquirenti e fin dal suo arresto ha denunciato Debora Sorgato come reale responsabile del delitto. Secondo la sua versione infatti, la donna avrebbe colpito Isabella alla testa con un martello, per poi spostare il suo corpo altrove. La tabaccaia tuttavia non sarebbe a conoscenza di questo particolare, dato che avrebbe preso parte al tutto solo in una seconda fase, ovvero quando i due fratelli avrebbero organizzato la famosa messinscena per far credere che la vittima fosse ancora viva.



Dove è nascosto il corpo di Isabella Noventa?

Il Terzo Indizio ripercorrerà il caso di Isabella Noventa questa sera, venerdì 27 luglio 2018, grazie ad una puntata in onda su Rete 4. Nel frattempo i genitori di Isabella non demordono: le tre persone finite dietro le sbarre e già condannate in primo grado per omicidio volontario, sono le uniche a poter dire la verità. Il processo d’Appello, sottolinea Padova Oggi, si terrà nei prossimi mesi, fra settembre e ottobre di quest’anno. Sono stati i legali dei tre imputati a richiedere che i giudici possano rivedere il caso, sicuri che le pene siano state troppo severe. Freddy e Debora infatti sono stati condannati a 16 anni, mentre la Cacco ha ricevuto solo dieci anni di pena grazie alla collaborazione con gli inquirenti e alla marginalità del suo coinvolgimento nel delitto Noventa.



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