La questione Netflix si apre anche alla Mostra di Venezia dopo Cannes. Il fulcro principale del dissidio riguarda il fatto che i film passino prima per le sale per poi arrivare on demand. In Francia le posizioni sono rimaste contrarie con i sei titoli proposti da Netflix rimasti fuori. Alberto Barbera, direttore del Festival di Venezia, ha invece accettato in concorso e in altre sezioni della Mostra produzioni destinate non esclusivamente al grande schermo, visibili in contemporanea al cinema e su altri mezzi, scatenando le accuse di Anec e Anem. Netflix sarà quindi presente al Lido con tre film nel concorso principale: 22 July, Roma, The Ballad of Buster Scruggs, e tre fuori concorso: The Other Side of the Wind , They’ll Love Me When I’m Dead e con Sulla mia pelle, il film di Alessio Cremonini, con Alessandro Borghi, che riannoda i fili sulla vicenda di Stefano Cucchi. Sulla mia pelle uscirà in contemporanea il 12 settembre sia al cinema che sulla piattaforma.
LE SPIEGAZIONI DI ALBERTO BARBERA
Nella conferenza stampa ufficiale Barbera ha spiegato la scelta con le seguenti parole riportate dal portale di repubblica: “Non vedo ragioni per cui escludere dalla competizione del festival un film di Cuaron o dei Coen solamente perché prodotto da Netflix. In Francia la legge è diversa per quello che riguarda le window, per fortuna qui non abbiamo questi problemi”. Le associazioni di categoria ribattono con le seguenti motivazioni: “Le modalità di distribuzione condivise finora tra le categorie hanno permesso lo sviluppo complessivo dell’intera filiera; al contrario, novità introdotte unilateralmente sembrano orientate a perseguire esclusivamente gli interessi di breve periodo solo di una parte, a danno degli altri attori”. La questioni principale riguarda la distribuzione e il marketing con Barbera che chiude il discorso escludendo in maniera categorica di vietare la presenza ad un concorso di una produzione Netflix: “Non ci penso nemmeno, il compito di un festival è difendere, promuovere, segnalare l’esistenza di film meritevoli. Il problema della distribuizione non mi riguarda, non ho competenze e e sarebbe da parte mia una attività indebita”.