Techetechetè oggi omaggia uno dei geni della musica cantautorale italiana: Giorgio Gaber. In una bellissima chiacchierata con Tv Sorrisi e Canzoni, la figlia Dalia racconta cosa significa essere la figlia di un genio. “Mio papà era un uomo poco interessato alla fama, al denaro, al potere. – racconta – Ironizzando si guardava intorno e sulle scelte di alcuni artisti sentenziava sornione: «C’è chi vuole passare alla storia e chi… alla cassa!». Aveva solo l’urgenza di raccontare qualcosa di reale e personale tutte le sere davanti al suo pubblico, con la costante ricerca di un confronto, con una vera allergia per il pensiero precostituito.” E aggiunge: “La sua scelta di stare in teatro rendeva fortissimo, magico, indissolubile il rapporto con il pubblico.” (Aggiornamento di Anna Montesano)



LA CARRIERA DI GIORGIO GABER

Considerato uno dei geni indiscussi della musica italiana, Giorgio Gaber ha diversi meriti che spaziano fino al teatro. Sua le creazione del teatro canzone che sta ritornando di moda a tanti anni dai suoi primi spettacoli, grazie alla decisione di tanti artisti come Francesco Bottai, Tricarico e Gigi Proietti di riportare in vita quella che è una delle tradizioni del nostro Paese. Dai successi come cantante a quelli registrati come autore, Gaber ha fatto incetta di consensi sia per il suo ruolo artistico in solitaria sia per l’unione con la moglie e compagna sul palco Ombretta Colli. Techetechetè omaggerà Giorgio Gaber e la sua consorte nella puntata “Signor G e Signora” di oggi, mercoledì 4 luglio 2018, con una carrellata su Rai 1 che si concentrerà sulle hit indimenticabili del cantante poeta. Titoli come “Torpedo Blu” e “Una fetta di limone” realizzato in coppia con Enzo Jannacci, con cui formava negli anni Sessanta il duo I Due Corsari. Il brano è presente tra l’altro nel disco dal titolo omonimo all’artista, pubblicato nel 1961, e ripreso trent’anni più tardi grazie al disco per l’estate promosso da Jannacci e dal titolo 30 anni senza andare fuori tempo. “Essere la figlia di Gaber forse mi ha anche aiutato nel lavoro”, sottolinea invece Dalia Gaberscik in una lunga intervista a Sorrisi. Non nega di aver provato molto imbarazzo all’epoca, quando il genitore aveva già raggiunto la fama e questo spingeva tante persone a guardare la sua prole con sospetto e curiosità allo stesso tempo. “Odiavo quella mia insensata notorietà”, aggiunge in seguito, rivelando di aver cambiato idea solo quando ha capito quale privilegio fosse essere nata in una famiglia di quella portata.



Il ricordo della figlia Dalia Gaberscik

Aveva un rapporto quasi ossessivo con il suo lavoro”: la passione di Giorgio Gaber non è solo nota alla figlia Dalia Gaberscik, nata dal matrimonio fra il grande artista e la moglie Ombretta Colli. È quel motore che ha permesso ai fan di tante generazioni di amare quel poeta ribattezzato come il Signor G e che ha contribuito ad alzare di livello la qualità della musica italiana, sotto molti punti di vista. Dalia è l’unica figlia della coppia ed ha molto da raccontare su quegli anni dell’infanzia, vissuti nel Sessanta, quando Gaber e Ombretta erano impegnati in tour e live. Nessuna ricerca di fama o potere da parte di entrambi, riferisce ancora la figlia: la coppia di artisti era invece alla ricerca di un confronto con il pubblico, “di raccontare qualcosa di reale e personale tutte le sere”. E i fan rispondevano con entusiasmo, affollando i teatri e attendendo in coda in file chilometriche di poter assistere alla performance di Gaber. Il teatro del resto era nel cuore del cantante, che ha preferito non accettare incarichi in televisione per non tradire questa sua passione, il suo principio di vita. Un testimone che alla fine è stato lasciato in eredità ad Ombretta e Dalia ed ai figli di quest’ultima, grazie alla creazione della Fondazione Gaber. Un modo per continuare a far vivere quella convinzione e che ha dato modo a Viareggio di dare vita al Festival Gaber, seguito cinque anni fa da Camaiore e che accoglie ogni estate moleplici artisti, fra cantanti e scrittori. “Si è figli per tutta la vita”, conclude Dalia nel suo lungo intervento, “proviamo a fare qualcosa, come diceva una sua canzone”.

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