Rolling Stone – forse – non aveva messo in preventivo la fortissima risonanza che avrebbero generato le sue prese di posizione contro il governo di Matteo Salvini. L’ultimo numero si è aperto con una emblematica copertina che lasciava poco spazio ad altre interpretazioni di sorta. Durante la giornata, parte dei potenziali “membri” dell’adesione, hanno smentito, tra cui Enrico Mentana che ha precisato di non avere aderito alla campagna di accuse proposta dalla rivista. Successivamente si sono dissociati anche la cantante Fiorella Mannoia, lo scrittore Alessandro Robecchi, il fumettista Gianni Gipi Pacinotti e la scrittrice Valentina Petrini. La stoccata finale però, senza ombra di dubbio è arrivata da parte di Selvaggia Lucarelli. La blogger e giudice di Ballando con le stelle, per qualche mese è stata il direttore della versione web (Rollingstone.it). Dopo il “manifesto” del giornale, la penna de Il Fatto Quotidiano ha tirato fuori degli scheletri nell’armadio che (così come cita tramite la breve bio su Twitter), probabilmente (la rivista) teneva piegati bene nell’armadio.



Rolling Stone, Selvaggia Lucarelli risponde: “Non siete diversi da Salvini…”

“Noi non stiamo con Salvini”, questa la campagna della celebre rivista. il direttore di Rolling Stone, Massimo Coppola, ha voluto rispondere a Mentana ma la toppa è peggio del buco: “Caro Enrico, non essendo un appello non ci sono firmatari. Abbiamo deciso di includere i post pubblici sul tema dopo che molti ci hanno detto “ci sto, ma ho già detto quel che penso, non potete pubblicare il mio post?”. Poi hanno cercato di cadere in piedi:  “Il nostro non è un appello, non ci sono firmatari. Solo pensieri”, dicono. Selvaggia Lucarelli, ha regalato il colpo di grazia, facendo crollare il castello di carta della celebre rivista. Su Facebook il suo lungo sfogo: “Volevo trattenermi dal commentare ma chi tace è complice, quindi non taccio. (…)”. La celebre blogger è stata direttore della versione web per tre mesi: “Amici di Rolling, se fate una copertina di sinistra, parlando di libertà, accertatevi di praticare tutto ciò che vi rende così diversi da Salvini. Nei tre mesi in cui ho provato a lavorare con voi, mi è stato impedito di realizzare un servizio su ticket one e la truffa del secondary ticketing per ragioni di convenienza, mi è stato proibito di far esprimere libere opinioni a giornalisti per ragioni di denaro o convenienza. E’ venuto l’Inpgi per controllare le posizioni lavorative dei giornalisti e diverse persone sono state fatte scappare giù in strada (…). L’editore urla e umilia continuamente i suoi dipendenti (…). Ergo, DA VOI la copertina di sinistra proprio no…”.



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