Franca Valeri si racconta al Corriere della Sera, iniziando proprio dai primi passi. I suoi ricordi iniziano con lei che andava con un carretto nella sua casa d’infanzia bombardata, per prendere un poco di carbone: “Non avevo paura di nessuno, ero un’intrepida, velleitaria, o forse una vera incosciente”, spiega. Classe 1920 e un coraggio che commuove. Il 31 di luglio festeggerà 98 anni ma lei vuole tornare sul palcoscenico per recitare. “Mio padre era ebreo, e infatti il mio vero cognome è Norsa, ma anche i matrimoni misti, nella Milano presidiata dai tedeschi, erano tenuti d’occhio. Abbiamo rischiato i campi di concentramento, sa?”. Con l’avvento del cinema e del teatro, la decisione di cambiare il cognome: “Papà non voleva che usassi il vero cognome, un po’ perché non era contento del mio debutto da attrice, non ci credeva molto, e poi per timore di possibili persecuzioni: anche se ormai la guerra era finita eravamo comunque tutti traumatizzati”. La scelta del cognome d’arte è avvenuta per caso: “Un giorno ero insieme a una mia cara amica, Silvana Ottieri, che stava leggendo un libro di Paul Valery e fu lei a suggerirmi perché non ti chiami Valeri? Suona bene! Accettai il suggerimento e la cosa curiosa è che, un po’ di anni dopo, incontrai i figli dello scrittore che mi chiesero: siamo parenti?”.
Franca Valeri sogna ancora il teatro
La passione per la recitazione, in Franca Valeri nasce proprio da lontano. Nella sua famiglia non c’erano attori ma lei – stranamente – è nata con questa fissazione. Quando era ancora una bambina si nascondeva nella sua camera con un libro di commedie che adorava e, appoggiandosi al termosifone che usava da leggio, recitava. Poi racconta di essere acciaccata solo nel fisico perché il suo cervello viaggia ancora a mille: “Certo, non nascondo che essere in palcoscenico per me è diventato difficile, come vincere un terno al Lotto, ma non demordo, nella vita non bisogna mai arrendersi (…) Il teatro soprattutto è una specie di cura per il corpo. Quando reciti è molto difficile che ti senti male: o schiatti o stai bene. La famosa adrenalina che ti scorre nelle vene quando ti trovi davanti a una sala gremita è una specie di droga. Mi manca molto recitare, ho superato molti impedimenti ma ora è complicato fare su e giù in palcoscenico”. Non ha mai frequentato scuole di teatro anche se svela di aver rubato un po’ da tutti quelli che poteva. Il successo è arrivato nel periodo in cui andavano di moda le maggiorate: “Non ero brutta, ma ovvio non potevo figurare come una maggiorata, e così mi divertivo a dissacrare la figura femminile, scrivendomi spesso i testi su misura: ho inventato una figura di donna piuttosto inedita per l’epoca, lavorando sull’autoironia, su una femminilità che rideva di se stessa anche in modo impietoso. qualcuno deve aver pensato che avrei avuto difficoltà ad affermarmi, invece sono stata molto fortunata perché come me non ce n’erano altre!”.
Franca Valeri: “Mi rifiuto di essere una vecchia senza interessi!”
Indimenticabili personaggi come la Signorina Snob, Cesira la manicure e la Sora Cecioni. Proprio l’ultima, non ricorda come le possa essere venuta in mente: “Probabilmente perché, vivendo ormai stabilmente a Roma, imparai a conoscere le donne di servizio che venivano da me a fare le faccende domestiche, e poi le sarte o le truccatrici nei set cinematografici che frequentavo per lavoro”. Elencare tutto il suo curriculum sarebbe oltremodo impossibile. Nonostante l’onorabile età di (quasi) 98 anni, Franca Valeri non si stanca mai: “Mi rifiuto di essere una vecchia priva di interessi, in attesa della morte”. E il suo mantra è di non abbandonarsi neanche una volta alla noia: “Sto scrivendo un nuovo testo, che si intitola proprio “Il secolo della noia”: purtroppo siamo diventati tutti più noiosi e cerco di esorcizzare. Sin da giovanissima sono sempre andata controcorrente, mi sono sempre impegnata a inventare qualcosa di diverso, di strano, inusuale, insomma qualcosa che non fosse già visto e noioso”. Rimpianti? “Sarà presuntuosa, ma ho sempre fatto le cose che sapevo di poter fare”.