Ermal Meta critica la politica sui migranti di Matteo Salvini. Il cantautore albanese, naturalizzato italiano, è arrivato in Italia, precisamente a Bari, nel 1994 con la madre, il fratello e la sorella. All’epoca, Ermal Meta aveva 13 anni. In Italia, il musicista è cresciuto innamorandosi della cultura italiana diventando anno dopo anno un vero italiano. Sempre molto attento a quello che gli accade intorno, in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Donna Moderna, il vincitore del Festival di Sanremo 2018 insieme a Fabrizio Moro, ha rivelato di soffrire molto nel leggere ciò che sta accadendo ultimamente. “Se quello che sta succedendo adesso in Italia fosse accaduto 24 anni fa, io non sarei qui a scrivere canzoni, fare musica, andare in tv ed esibirmi ai concerti. E come me tanti altri”, spiega Meta che non si è mai nascosto esponendosi sempre in prima persona anche sulle questioni più delicate.



ERMAL META E I CONFINI

Ermal Meta è arrivato in Italia un giorno di tanti anni fa. Nel 1994, tantissimi albanesi arrivarono in Puglia e con il tempo sono riusciti a crearsi una vita. Lo stesso ha fatto Meta che, studiando e lavorando è riuscito a diventare uno dei cantautori più importanti della musica italiana. Consapevole di essere fortunato e che, se fosse arrivato oggi, forse non avrebbe avuto la possibilità di fare il suo lavoro, a Donna Moderna, l’artista parla di confini spiegando, però, che dietro di essi ci sono delle persone. “I confini esistono. Però so che esistono le persone prima dei confini, bisognerebbe dare una possibilità alla vita. Mi ha fatto male leggere alcune cose ultimamente. Non esiste un diritto di nascita più di un altro”, ha aggiunto. Dichiarazioni importanti quelle di Meta che, pur non nominando mai Matteo Salvini, fa riferimento all’attuale politica migratoria.

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