Il 14 agosto Lina Wertmüller compie 90 anni. La regista e sceneggiatrice italiana di fama internazionale che nel 1977 ottenne 3 nomination agli Oscar per Pasqualino Settebellezze e nel 2010 il David di Donatello alla carriera, sta per varcare un altro importantissimo traguardo nella sua vita fatta di grandi successi. Prima, però, si racconta a Repubblica, in una lunga intervista che si trova nel numero in edicola oggi. Novant’anni, i suoi, vissuti con grande temperamento: “Sono sempre stata così, fin da ragazzina non sopportavo le ingiustizie – racconta nel corso dell’intervista – e le mie reazioni forti provocavano guai a volte. Ricordo un’offesa a mio fratello che vendicai mordendo a sangue un ragazzino. E quando a scuola mi ritrovai a fare la pupù in classe dopo che avevo chiesto invano di andare al bagno” continua.



“ECCO LE COSE PIU’ IMPORTANTI DEI MIEI 90 ANNI”

Neppure l’esperienza teatrale è riuscita a darle quella ‘disciplina’: “Non l’ho mai avuta – ammette Lina Wertmüller nel corso dell’intervista – Ma il teatro è la grande madre di tutto, mi ha dato la passione. Recitare davanti a un pubblico vivo che può fischiare”. Tra le cose più importanti di questi 90 anni vissuti, Lina Wertmüller mette: “L’incontro con Enrico Job, mio marito. Il grande dono che mi ha fatto la vita. Lui e mia figlia sono le cose più care. Quelle professionali non me le ricordo neanche più”. Anche se ammette che le volte in cui l’hanno presentata come ‘la prima regista candidata all’Oscar” sono state “Almeno duemila, ma ogni volta ero contenta”. Impossibile, poi, dimenticare il film ‘Travolti da un insolito destino’, film diventato cult: “È rimasto nel tempo, e non solo negli Stati Uniti” ammette.

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