Mediaset punta su Rete 4, e Rete 4 punta su Piero Chiambretti. Che cosa c’entra, gli ha chiesto il Corriere, con quel canale? Chiambretti non ha peli sulla lingua: “Nulla, e proprio questo mi interessa: sapersi trasformare a seconda delle circostanze. Su Rai 1 devi fare il prete, su Rai 3 indossare l’eskimo, su Rete 4 incarnarti nella soap Tempesta d’amore. Ormai ho lavorato su tutte le prime sette reti generaliste, sono il telecomando di me stesso”. Il suo arrivo è del tutto inaspettato: con la tv di oggi, Chiambretti è fin troppo critico. Le dinamiche mediali non gli piacciono: “Gli ascolti sono importanti, soprattutto nella tv commerciale, ma il vero risultato è quando diventi una tendenza, un appuntamento, conta essere contemporaneo, allora lasci davvero il segno. La mia idea di tv è avere uno stile e linguaggio che ti rende unico”. Quanto alle idee, “ho presentato a Pier Silvio Berlusconi un altro progetto”. Il programma in questione si chiama Attenti a quei due, “ma l’altro dei due non vi dico ancora chi è”. [agg. di Rossella Pastore]
L’INTERVISTA
Il re dei talk show trasgressivi e, negli ultimi anni, non ha avuto timore di mescolare più e più volte il suo estro a interviste e sketch meno eleganti. Eppure Piero Chiambretti non ha alcuna paura di ripetersi, dal momento che, si legge sull’intervista rilasciata a Francesco Specchia per Libero, “anche Monet o Warhol si muovevano all’interno della medesima griffe”. In poche parole, il celebre conduttore Mediaset non teme di annoiare il suo pubblico, un po’ perché sente di essere “sufficientemente istrionico” da poter inserire il suo tocco di creatività in ogni contenitore, un po’ a causa delle scelte di Canale 5, dove “le ripetizioni sono una cifra stilistica”. Proprio sulla rete ammiraglia del Biscione, conferma Chiambretti, “si deve tener conto di una certa – diciamo – regolarità”, quindi programmi con gli stessi ospiti di sempre e che transitano da una trasmissione all’altra. Tuttavia, questo non ha placato il suo bisogno di innovazione e già in passato, con l’intento di portare una ventata di cambiamento nei suoi show, ha presentato sulle scrivanie dei suoi diretti superiori una serie di nuove idee ancora mai andate in porto.
UN NUOVO FORMAT IN CANTIERE, MA “IL PROGETTO È FERMO”
Sull’onda degli ultimi successi televisivi, Piero Chiambretti ha presentato un nuovo progetto televisivo, una naturale evoluzione del suo percorso sul piccolo schermo che si chiama “Attenti a quei due”. Del nuovo format, il conduttore parla in maniera sibillina, rilasciando pochi dettagli per paura che qualcuno possa rubare la sua idea. Tuttavia, è uno show che potrebbe andare in onda con una striscia quotidiana di circa 25 minuti, condotta da due nomi altisonanti che per il momento preferisce non rivelare. Purtroppo, però, attualmente “il progetto è fermo”, dal momento che “i dirigenti hanno voluto scegliere la via più sicura”. A metà strada fra speranza e rassegnazione, Piero Chiambretti spera che prima o poi quel cerchio possa finalmente chiudersi, ma oggi non esclude la possibilità di un rifiuto, che potrebbe portare il suo format a non vedere mai la luce.
“IL PALINSESTO È LOTTIZZATO”
Dopo il successo di Matrix – La repubblica delle Donne, Piero Chiambretti è pronto a dare il via alla sua nuova sfida professionale: nelle prossime settimane sarà infatti uno dei volti di punta della nuova Rete 4, dove potrà sperimentare la nuova direzione di Sebastiano Lombardi. “Accetto sempre scommesse fuori dall’ordinario”, rivela infatti il noto conduttore in un’intervista concessa a Francesco Specchia per Libero; tuttavia, nonostante abbia da sempre una gran voglia di sperimentare, Piero Chiambretti ha scelto di lavorare a Mediaset, dove “c’erano le premesse per ottimi ascolti” e perché “è più facile lavorare per chi non deve guardare l’audience”. Nelle sue parole, però, traspare un pizzico di amarezza nei confronti dell’immobilità del palinsesto televisivo, sempre più timoroso di scommettere su nuove avventure: “La tv oggi non ha i denti, gli consentono solo di deglutire roba rimasticata. Il palinsesto è lottizzato, non ci sono piani di fuga e quando vogliono un cambiamento è sempre al ribasso, il loro obiettivo non è il prodotto, ma vendere saponette. Ma non è solo in tv”.