Salvo Sottile, conduttore di Prima dell’alba su Rai 3, è il perfetto prototipo del cronista di strada. Non (solo) un giornalista d’assalto: col suo approccio semplice, mai distaccato, si fa quasi protagonista. Le storie che racconta sono un mix di cronaca nera, cronaca bianca e racconto popolare, con il comun denominatore della notte e della verità. Due concetti complementari: “È dopo il tramonto che la gente è più vera”, spiega il conduttore a Libero Quotidiano. Lo speciale sarà “un grande affresco dell’estate notturna italiana” coi suoi immancabili chiaroscuri. Da notte bianca a notte rosa; dalle disco di Romagna alle sagre della Sardegna. La seconda stagione di Prima dell’alba partirà il 17 settembre con 7 puntate in seconda serata. “Daremo grande spazio alle storie umane, ma cercando le più curiose, quelle che non ti aspetti”.
Non solo: per settembre è previsto lo start di Mi manda Rai 3, condotto da Sottile per il terzo anno consecutivo. “Avremo uno studio nuovo e sarà ancora più vicino al pubblico. Cercheremo di risolvere i problemi della gente anche in trasferta, perché è giusto che il conduttore ci provi in prima persona, andando magari a toccare con mano i tempi della burocrazia o quanto ci vuole perché un’attività decolli”. E alla domanda “giornalista o conduttore?”, Salvo risponde “raccontatore di storie“. “Quello che mi tiene vivo è la curiosità, la voglia di andare nel profondo”. Non sempre è stato così: “Il momento più buio l’ho vissuto a La7. Linea gialla era un programma ben fatto, ma non andava bene per quella rete”. E sulla “concorrenza” in famiglia: “Mio padre Giuseppe mi ha insegnato l’onestà intellettuale. Quanto a mia moglie [Sarah Varetto, direttore Sky Tg24], cerchiamo di lasciare il lavoro fuori dalle mura domestiche“.