Dopo il bell’incontro con Francesco Amato un anno fa, anche quest’anno al Meeting di Rimini sarà di scena un regista italiano, con un incontro e con la presentazione di un suo film. A Francesco Bruni, anzi, sarà dedicato un momento centrato proprio su di lui e il suo cinema. Come si intuisce dal titolo “Uno sguardo sul mondo: il cinema di Francesco Bruni”, in programma oggi alle 19:00 in sala Neri, in collaborazione con Sentieri del Cinema. A seguire, alle 21:00 (sempre in sala Neri), il suo ultimo film Tutto quello che vuoi.



Bruni in realtà “nasce” come sceneggiatore, ovvero coautore di film diretti da altri. Nato nel 1961 a Roma, ma cresciuto a Livorno, tornò nella Capitale negli anni ’90 seguendo l’amico Paolo Virzì che aveva già aperto la strada alla coppia di “livornesi”: insieme hanno scritto tutti i primi film di Virzì, ovvero gli apprezzati La bella vita, Ferie d’agosto, Ovosodo. Una collaborazione durata fino a pochi anni fa (con Il capitale umano , uscito nel 2014). Ma parallelamente, Bruni iniziò a scrivere per altri registi e tipi di film, dalle prime opere di Mimmo Calopresti (tra cui La seconda volta, con Nanni Moretti nel raro ruolo di attore nei panni di un professore ferito gravemente dai terroristi rossi, e La parola amore esiste), a quelle della coppia comica Ficarra e Picone (i sorprendenti Il 7 e l’8 e soprattutto La matassa, che in un contesto molto divertente parlava anche di famiglia in un modo bello e toccante) e altri ancora. Inoltre, ha collaborato a una delle serie televisive più longeve di sempre, adattando tutti i film-tv – dai primi fino ai più recenti – de Il Commissario Montalbano interpretato da Luca Zingaretti, cimentandosi con la “calata” siciliana di Andrea Camilleri. 



Un lavoro, quello di sceneggiatore, in cui è diventato un punto di riferimento nel mondo del cinema italiano, rafforzato anche dal decennio come insegnante al Centro Sperimentale di Cinematografia, ruolo in cui ha contribuito a formare giovani autori, come lo stesso Amato con cui ha anche collaborato per il suo Lasciati andare (commedia con Toni Servillo, proiettata al Meeting 2017).

Ma il suo “profilo” artistico si è arricchito notevolmente qualche anno fa, quando il produttore Beppe Caschetto gli propose di debuttare alla regia: la sceneggiatura di Scialla! (2011), con un padre che non sa di esserlo e un figlio che non sa di avere un padre, pescava in parte nel suo vissuto di genitore (pur trasformato in una storia “romanzata”); naturale che fosse lui a raccontare questa storia in prima persona. Quel film, che affiancava l’esperto e bravissimo Fabrizio Bentivoglio e l’esordiente Filippo Scicchitano, fu molto apprezzato dal pubblico e dalla critica e aprì in Bruni il desiderio di continuare a stare dietro alla macchina da presa. Seguì il meno fortunato ma altrettanto bello Noi 4 (2014), con Fabrizio Gifuni e Xsenia Rappoport nei panni di due genitori separati alle prese con i propri figli, e poi appunto, il suo terzo, bellissimo film Tutto quello che vuoi, con una sorprendente coppia di interpreti formata da Giuliano Montaldo (tornato attore cinquant’anni dopo le sue ultime prove, dopo una lunghissima carriera da regista: tra le sue opere, Sacco e Vanzetti, L’Agnese va a morire e la serie tv Marco Polo) e dall’esordiente Andrea Carpenzano, che promette di avere un ottimo futuro come già l’altra sua scoperta Scicchitano. Una storia di scambio generazionale, tra un anziano malato di Alzheimer ma ancora in grado di dispensare saggezza e un ragazzo svogliato e apparentemente prospettive. Una storia anche autobiografica, almeno in parte, che sicuramente divertirà e commuoverà il pubblico del Meeting.



Nel dialogo con Francesco Bruni punteremo non solo a illustrare i momenti salienti del suo percorso umano e artistico e le sue qualità (come la capacità di raccontare o di dirigere gli attori), ma anche a far emergere i tratti salienti e le origini del suo sguardo sull’umanità, che si evidenzia per esempio in un amore per i suoi personaggi, in un forte interesse per la famiglia e in una grande passione per i giovani, mai “condannati” – come fa certa facile sociologia – nella loro apparente svogliatezza ma valorizzati nei propri insopprimibili desideri, che emergono nell’incontro o nello scontro con persone più grandi. 

Un autore inconsueto e profondo nel panorama italiano – che merita di essere conosciuto e apprezzato – che sa raccontare storie capaci di toccare il grande pubblico partendo sempre dall’osservazione del mondo che lo riguarda direttamente o attorno a sé, trasfigurato in accattivanti universi narrativi divertenti e anche toccanti come nella storia della miglior commedia all’italiana. Sentirlo parlare di sé e del suo sguardo sul mondo, ne siamo certi, conquisterà chi lo ascolterà come ha già conquistato noi.

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