Michela Andreozzi, attrice, sceneggiatrice, conduttrice radiofonica, comica e regista, aggiunge al suo curriculum “scrittrice”. Il suo primo libro si chiama Non me lo chiedete più, ed è edito da HarperCollins. Che cosa “non le devono chiedere più”? “La gente fa domande indelicate. Chiedere come va con le ovaie o a che punto è la menopausa non è come chiedere se sei bionda naturale“. Michela si dichiara fieramente “childfree“. Nota bene: non “childless“, che è molto diverso. “Avrei voluto un neologismo italiano che non c’è e per il quale apro un concorso. Childless è una donna priva di figli, ma che li voleva. Childfree è una donna libera dai figli, che ha scelto di non averli, non si sente in colpa per questo e non ne può più di doversi giustificare perché non ne ha”. Nel libro racconta di quella filippica al tassista: “‘Lei ha figli?’, mi chiede. E subito: ‘Aha, non sa che si perde!'”. Da lì l’idea di metterlo per iscritto: “Lei ha idea del motivo per cui non li ho? Se l’ho scelto o se mi è capitato? Se ho combattuto o mi sono arresa? Se non trovo un uomo o sono stata mollata? O sono vedova? Se proprio ora sono sotto ormoni per averli?”. Si è scusato.

QUESTIONE DI EGOISMO

Un momento in cui ci pensava, in realtà, c’è stato. “Il mio primo marito desiderava una famiglia e ho creduto di volerla anch’io. Il figlio l’abbiamo cercato, non è arrivato. Davanti alla prospettiva di seguire un protocollo per restare incinta, ho capito che non lo volevo a tutti i costi, ma che stavo aderendo a un modello inculcato dall’ esterno. Oggi c’è il mito della maternità, le donne dicono ‘niente rende più complete’, ma per essere madri bisogna essere supereroine e, a me, la tutina da Wonder Woman cade male”. Non fa fatica ad ammettere il suo egoismo: “Ho fatto coming out appena me ne sono resa conto ed è stata una delle scelte più salutari della mia vita. Amo dormire fino a tardi, leggere, scrivere, stare da sola. Mangiare quel che mi pare senza dover educare nessuno al cibo sano. Voglio spigoli in casa, voglio viaggiare. Mi piace poter dire, senza preavviso, “partiamo”. E poi partire. Io e mio marito lo possiamo fare, lo facciamo spesso”.