Nella prima puntata di Illuminate, il docufilm di Rai 3 sulle vite di quattro donne “speciali”, Francesca Inaudi è Margherita Hack. “Siamo partiti da un presupposto, ovvero che le protagoniste di questa serie abbiano dato un contributo importante all’Italia. Da lì, siamo passati a un punto di vista più intimo per cercare di scoprire anche il loro lato meno conosciuto”. Nel caso di Margherita Hack, “abbiamo provato a farlo a traverso i luoghi“. Quelli che frequentava, quelli in cui lavorava, quelli in cui studiava e viveva. Che donna è stata, per lei? “Sicuramente una molto forte, non convenzionale. Non era assolutamente soggetta all’identità di genere che c’era all’epoca, un’identità estremamente riduttiva. La Hack ha sempre portato avanti la propria femminilità anche nel suo lavoro. Era molto competitiva, nel senso più sano e bello del termine. Viveva le sfide come un gioco”.



STORIE DI DONNE

Intervistata dalla Stampa, Francesca parla dell’importanza di raccontare certe storie. Dire “si parla poco delle donne” può suonare buonista e banale, ma per l’attrice corrisponde al vero. “Io per prima non ne sapevo molto. Palma Bucarelli, ad esempio, l’ho scoperta lavorando a Illuminate. Raccontare questo tipo di storie diventa importante specialmente in un momento come questo, dove si guarda all’aspetto più superficiale del successo e del merito”. Nel suo lavoro con la Hack, Francesca si è soffermata sulla curiosità: “Forse, la vera sfida è stata mantenere un alto livello di fruibilità. Parliamo comunque di un prodotto televisivo pensato per il grande pubblico, in cui si parla di temi difficili come l’astrofisica“.

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