Il delitto di Anna Rosa Fontana non è avvenuto solo una volta, nel 2010. La prima morte della 38enne di Matera è avvenuta infatti cinque anni prima che la donna venisse uccisa per mano del suo ex compagno Paolo Chieco, già più volte denunciato alle forze dell’ordine e che infine è riuscito a mettere a fine il suo diabolico piano. Uccisa due volte anche grazie all’assenza dello Stato, contro cui i familiari hanno puntato il dito ed a cui hanno richiesto un risarcimento di 14 milioni di euro. La voce di Anna Rosa, il suo appello d’aiuto, è rimasto infatti inascoltato e per questo l’ex compagno è riuscito a completare ciò che anni prima non era riuscito a portare a termine. Il caso di Anna Rosa Fontaan verrà approfondito nella puntata de Il Terzo Indizio che andrà in onda su Rete 4 questa sera, venerdì 3 agosto 2018. “Dille di non chiamare più“. È questa la frase shock che pronuncia una voce mentre la donna cerca di avvisare i Carabinieri di essere seguita, pedinata e sorvegliata da Paolo Chieco. Inutili le sue denunce, ricorda La Gazzetta del Mezzogiorno. Nonostante l’uomo fosse già stato condannato a otto anni di carcere nel 2005, le autorità avevano comunque bisogno di coglierlo sul fatto per poter procedere all’arresto. E così le paure di Anna Rosa sono diventate realtà nel dicembre di cinque anni più tardi, quando Chieco l’ha seguita e colpita a morte di fronte alla sua abitazione.
Le ultime parole di Anna Rosa Fontana
Sopravvissuta a 15 coltellate e sotto l’occhio vigile del suo assassino: Anna Rosa Fontana è riuscita a sfuggire alla morte, ma solo in occasione del primo agguato. Due anni dopo la sua incarcerazione e nonostante l’efferato tentato omicidio, Paolo Chieco è stato infatti rimesso in libertà. I due eventi si sono svolti inoltre all’ingresso dell’abitazione della donna, dove la seconda volta è stata raggiunta da sei coltellate che non le hanno permesso di vivere ancora. Una vita sfortunata quella di Anna Rosa, ricorda La Stampa, dopo aver vissuto la separazione dal primo marito ed aver affrontato da sola l’educazione e la crescita dei figli all’epoca di diciassette e dodici anni. Paolo Chieco, un ex macellaio diventato manovale, sembrava poterle garantire quel sogno d’amore che aveva ancora. I due avevano avuto una bambina, che oggi ha quattordici anni, ma per la donna qualcosa non andava nella loro relazione e per questo aveva deciso di lasciare il compagno. Chieco non si era mai rassegnato e per questo quel 13 luglio del 2005 l’aveva aspettata sotto casa e colpita diverse volte all’addome, il torace ed il collo mentre si trovava di fronte al figlio minore di appena sette anni. È stato Chieco la prima volta a chiamare le autorità ed ammettere subito la propria colpevolezza. “Non la volevo ammazzare“, riferirà durante il primo interrogatorio descrivendo come sia stato colpito da una “furia di sangue“. Dopo essere stato rilasciato nel 2009, Chieco cercherà in ogni modo di completare il suo piano. La sua libertà prevede persino che possa avvicinarsi alla casa di Anna Rosa, di spiarla, di seguirla. La donna se n’era accorta subito ed aveva cercato di ottenere la protezione della Polizia. Una denuncia dietro l’altra per un nulla di fatto che la spinge a chiedere persino udienza presso un giudice. “Mamma mi sta uccidendo“: saranno le sue ultime parole prima che Chieco, all’una di notte circa del 2 ottobre 2010, la colpisca per la prima volta. Una nuova denuncia che vedrà tuttavia Chieco solo come uno stalker, nonostante venga descritta la sua volontà di uccidere l’ex compagna. Due mesi più tardi, Anna Rosa comunica ancora con la madre e l’avvisa che si sta chiudendo “nel portone per nascondermi“. Saranno le sue ultime parole.