Sono stati applausi meritati quelli ricevuti da “First Man” nel giorno della sua proiezione alla Mostra del Cinema di Venezia. La pellicola, che sarà al cinema il prossimo 31 ottobre ed è considerata tra le più attese anche per il premio Oscar, racconta la storia di Neil Armstrong da un punto di vista decisamente inedito, ben diverso da quello passato alla storia. Non solo la lo sbarco sulla Luna, una delle tappe più importanti della storia del Dopoguerra, quando piuttosto la vita di uomo che ha affrontato difficoltà e privazioni per raggiungere il suo obiettivo. Basato su un libro di James Hansen, il film diretto da Damien Chazelle racconta il costo umano dietro l’impresa di quell’indimenticabile 20 luglio 1969 concedendo ampio spazio alla fatica, al rischio, alle e rinunce e i lutti dei quali fu lastricata la strada verso il primo sbarco sulla Luna. L’obiettivo è dunque andare a scoprire chi è nella sostanza il vero Luis Armstrong.
DAMIEN CHAZELLE: “ARMSTRONG TRA AMBIZIONE E PAURA”
L’immagine che Damien Chazelle intende dare di Neil Armostrong è del tutto inedita rispetto a quella a cui siamo abituati. Dopo il grande successo ottenuto con La La La Land, il regista cerca un’idea intimista di uno dei personaggi più iconici del Dopoguerra. Intervistato dal quotidiano La Repubblica, infatti, Chazelle ammette: “Volevo raccontare l’ambizione di realizzare il sogno di questi uomini, ma anche la paura, la precarietà. Io stesso sono rimasto sorpreso dalla quantità di fallimenti che hanno preceduto l’evento. Quegli uomini non combattevano una guerra, non salvavano il pianeta dalla distruzione, il loro era un obiettivo simbolico che avrebbero potuto non raggiungere mai”. Nella stessa intervista, il regista spiega di essersi documentato a lungo prima di raccontare i fatti, leggendo anche i materiali d’archivio della Nasa. Solo in questo modo, “ho cercato di visualizzare questo viaggio in modo diverso con una prospettiva interna alla capsula”.
“HO LETTO TUTTO QUELLO CHE POTEVO SU ARMSTRONG”
Ryan Gosling interpreta Neil Armstrong nel film “First Man”, proiettato nella giornata inaugurale della Mostra del Cinema di Venezia. Prima di cominciare le riprese, l’attore ha cercato ogni tipo di documento sull’astronauta, incontrando anche i suoi figli e la moglie, che purtroppo è scomparsa di recente. Intervistato da La Nazione, l’attore ammette di avere capito quanto Armstrong fosse introverso e umile e di avere voluto rispettare queste sue caratteristiche. Per questo lo definisce quasi un anti-eroe: “Più che un eroe americano, Armstrong resta un eroe dell’umanità, una persona umile che al ritorno dalla Luna ha spostato l’attenzione dei media da se stesso alle 400 persone, tecnici e scienziati, che hanno permesso la sua impresa di cui lui era solo la punta dell’iceberg”. Chazelle ha quindi reso la sua interpretazione ancora più realistica, fornendo delle capsule spaziali all’interno delle quali era impossibile non soffrire di claustrofobia.