Per Mariella Cimò non c’è ancora una soluzione per la donna di 72 anni scomparsa nell’agosto di sette anni fa. Nessuna traccia dell’anziana che amava i cani, tanto da circondarsi di venti esemplari nella sua villa. L’unico dato certo riguarda quella lite furiosa avuta con il marito Salvatore Di Grazia, che lo scorso febbraio è stato condannato a 25 anni di reclusione. Gli inquirenti infatti sono sicuri che durante quel famoso attrito, nato per motivi economici, l’anziano 80enne abbia ucciso la moglie. “Mi si vuol far pagare il peccato di averla tradita qualche volta“, riferirà invece Di Grazia parlando delle accuse che lo hanno portato sul banco degli imputati. Il caso di Mariella Cimò verrà raccontato inoltre grazie alla ricostruzione di Amore Criminale nella puntata che andrà in onda su Rai 3 oggi, sabato 4 agosto 2018. Nessun cadavere è mai stato ritrovato e questo secondo il marito, al centro di forti sospetti fin dalla scomparsa della donna, sarebbe una prova a suo favore, per dimostrare la propria innocenza. Il pm Angelo Busacca invece è dell’avviso contrario e per questo ha chiesto due anni fa ai giudici di assegnare all’80enne la pena dell’ergastolo e un isolamento di tre mesi. 43 anni di litigi e tradimenti avvenuti a San Gregorio di Catania, dove la coppia viveva da tempo. Questo il risultato invece delle ricerche degli investigatori che hanno individuato nel movente economico la decisione di Di Grazia di voler uccidere la consorte.
Mariella Cimò, autolavaggio e tradimenti
Diversi eppure insieme per oltre 40 anni: Mariella Cimò ha vissuto sempre dei forti contrasti con il marito Salvatore Di Grazia. Soprattutto per quella ricchezza che l’uomo ricercava in ogni modo, ma che lo collegava allo stesso tempo alla moglie. Era Mariella infatti ad avere le redini delle finanze familiari. Il loro rapporto inizia a logorarsi molto presto, ricorda Il Tempo, come dimostrano i numerosi tradimenti messi in atto dal principale indiziato per la morte della donna. Le sue avventure non avvengono tuttavia alla luce del sole, ma grazie ad un autolavaggio di proprietà della consorte, che lo stesso Di Grazia gestisce da tempo. Mariella però è gelosa e sembra aver intuito che quel locale nasconde ben altro che una semplice attività economica. Per questo il 25 agosto del 2011 decide di annunciare al marito di voler vendere l’autolavaggio. Durante la sua prima dichiarazione, Di Grazia riferisce di essere uscito di casa quella mattina in seguito alla lite con la moglie e di aver fatto ritorno solo attorno alle 20. Orario in cui si sarebbe accorto che la donna, dopo aver preso biancheria, una borsa e 40 mila euro, è fuggita di casa. La denuncia di scomparsa viene fatta tuttavia solo il 5 settembre successivo e solo grazie all’insistenza di Massimo Cicero, il nipote di Mariella. A smentire la versione dei fatti di Di Grazia saranno alla fine le telecamere di una villa vicina a quella di Mariella, che non la inquadrano durante l’ipotetica fuga dalla villa. È invece lo stesso 80enne ad essere inquadrato più volte dalla stessa videosorveglianza. Una delle immagini lo mostra mentre trasporta una vasca all’interno della villa. Un oggetto che secondo la Procura gli sarebbe servito per disfarsi del corpo della moglie.