Oltre 100mila presenze per il primo e ultimo concerto dei Pooh a San Siro. Tra queste, anche Riccardo (14 anni) e Pasquale (65), due fan più o meno sto(r)ici del celebre gruppo romagnolo. O si dice “complesso”? Il giovane Riccardo – forse – non sa nemmeno cosa vuol dire. Fatto sta che i Pooh sono il suo regalo, come sono il regalo di altre decine di migliaia di persone. “Ci sono tre motivi essenziali per cui siete qui: primo, la musica. Secondo: la reunion. Terzo: il nostro compleanno”. Non si è mai visto un compleanno il cui festeggiato elargisce regali; ma tant’è.
Roby Facchinetti annuncia Fogli come “un amico fraterno”. Anche i suoi “fratelli”, sul palco, sono felici di rivederlo. Finalmente insieme intonano Piccola Katy, e questa sì che è una vera reunion. Tra tutti c’è una gran armonia. A dire il vero, però, Fogli è il protagonista assoluto. È lui a cantare assolo la prima strofa di Nascerò con te. Il brano, ricchissimo di sinestesie, si fa corale solo al ritornello. “Ci abbiamo messo due anni a preparare questo show, quattro a organizzare. In realtà – ci ripensano – erano cinquant’anni che facevamo progetti”. Ora i Pooh sono di nuovo in cinque, come le punte di quella buona stella che li ha sempre accompagnati.
Il riff romantico di Io e te per altri giorni inaugura il secondo intermezzo dopo la pubblicità. Quasi stupisce vedere tra il pubblico decine di ragazzi che cantano a squarciagola. Se c’è un posto nel tuo cuore è impreziosita dalla voce di Stefano D’Orazio, che canta e – nel frattempo – suona la batteria. “Nel frattempo” sta per “come se non bastasse”: i Pooh sono davvero cinque ragazzi instancabili. La dice lunga il modo in cui Dodi pizzica le corde. Si legge tra le righe (dello spartito): “Gianni Morandi mi fa un baffo”. Boutade a parte, la scaletta prosegue con In diretta nel vento, da trasporre in In differita nell’etere. “Voglio sentirvi, Milano, adesso!”. Red coinvolge lo stadio come solo lui sa fare. La colonna sonora, in questo caso, è la lenta (da ballare) Stare senza di te. Poco più avanti ci sono La donna del mio amico e La mia donna, due canzoni antitetiche. Sarà che i Pooh sono in tanti, ma hanno cantato di sentimenti fin troppo contrastanti. Canterò per te, di contro, è convenientemente generica. Anche Dimmi di sì, Noi due nel mondo e nell’anima e Tanta voglia di lei. Ops, questa no: è la romanticissima storia di un fedifrago pentito. D’altra parte, sta scritto, “non (ri)unisca l’uomo ciò che il Dio delle Città e dell’Immensità ha separato”. Che in fin dei conti è un po’ lo slogan dell’intera reunion.