Il caso Brizzi continua a far discutere l’opinione pubblica. La Procura ha fatto richiesta di archiviazione, e in attesa della decisione del gip si susseguono le accuse di aver esposto il regista romano ad una gogna mediatica. Davide Parenti, ideatore de Le Iene, non ci sta e interviene perché proprio nel programma televisivo di Italia 1 sono state intervistate quindici ragazze che hanno accusato Brizzi di violenza sessuale. «Ci viene rimproverato d’aver fatto un processo mediatico a un uomo che in questi anni avrebbe abusato del suo potere per molestare un numero consistente di ragazze sottoponendole a un reiterato “copione”», dichiara Parenti, ricordando che delle tre denunce solo una è stata presa in considerazione perché «la legge italiana prevede che la vittima di reati sessuali o presunta tale abbia sei mesi di tempo per sporgere denuncia, altrimenti il reato è improcedibile cioè non può essere più processato in tribunale». Per due delle tre ragazze il termine dei sei mesi era scaduto.
“FAUSTO BRIZZI VUOLE RISARCIMENTO DALLE ATTRICI? DENUNCI LE IENE!”
A breve sarà fissata l’udienza del giudice per le indagini preliminari, chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di archiviazione del procuratore aggiunto Maria Monteleone e i pm Francesca Passaniti e Pantaleo Polifemo. «Molti giornali hanno parlato di “archiviazione”, “fine di un incubo”, “risarcimento”, “scagionamento” eppure Brizzi non è stato dichiarato innocente da nessun Tribunale della Repubblica», ha dichiarato Davide Parenti, patron de Le Iene. Pertanto, aggiunge, «se c’è stato un processo mediatico, di sicuro c’è stata anche un’assoluzione mediatica». Inoltre, commentando le notizie di una possibile richiesta di risarcimento danni da parte di Fausto Brizzi, l’autore del programma di Italia 1 rilancia: «Se davvero ritiene di aver agito nella totale trasparenza e onestà, denunci Le Iene, pretenda di essere risarcito da noi, non da chi non ha i mezzi nè la forza per rispondere alla sua aggressione. Siamo pronti a portare davanti a un tribunale le dettagliate testimonianze che abbiamo raccolto». Una cosa è certa: Le Iene continuerà «ad approfondire di nuovo la questione».