Ricorda tutto di quella notte il giovane Niccolò Bettarini, figlio di Stefano e Simona Ventura che nelle scorse settimane è stato vittima di un’aggressione. Adesso, a poco più di un mese dall’evento, lo stesso ragazzo racconta la sua esperienza, la sua voglia di vivere cambiando il suo stile, rinunciando alla vita notturna e ritrovando una nuova linfa nella fede. In una lunga intervista a DiPiù, Niccolò Bettarini racconta che il gesso lo toglierà tra quattro mesi e che, insieme a questo e alle cicatrici che porta sul corpo, ricorda bene tutto quello che è successo quella notte e, in particolare, le lacrime di suo padre Stefano: “Appena è entrato in ospedale non è riuscito a trattenersi. Non si era mai fatto vedere piangere, non sapevo come fossero fatte le sue lacrime. Mi ha trasmesso una grande forza, una grande stima”. Anche i giganti piangono aggiunge Bettarini confermando che tutto questo, però, non ha messo a rischio il loro rapporto, anzi. I due si sono avvicinati molto a causa di questo incidente e sicuramente molti dei loro attriti si sono attenuati ma rimane il fatto che Niccolò conferma anche che la forte in famiglia è proprio mamma Simona: “Non si discute sulla forza di mia mamma, è una grande donna con un grande carattere”. (Hedda Hopper)



DOPO L’AGGRESSIONE HA RITROVATO LA FEDE

“Non tutti i mali vengono per nuocere”, “il dolore tempra lo spirito”, “ciò che non uccide, fortifica”. Questa la morale della (brutta) storia di Niccolò Bettarini, scampato al peggio nella notte tra sabato 1° e domenica 2 luglio. A un mese dall’aggressione, il 19enne figlio di Simona Ventura torna a parlare di quei tragici istanti. “Ricorderò per sempre che in ambulanza, nella mia testa, ho improvvisamente iniziato a pensare: ‘Non voglio morire così… Io non voglio morire così…‘. E a quel pensiero ho dato voce. L’ho gridato ai medici, a tutti, per tutto il tragitto che l’ambulanza ha percorso fino all’ospedale. Volevo che lo sapessero tutti, probabilmente volevo che il mio urlo arrivasse in Cielo e lo sentisse anche Dio. In fin dei conti, penso che sia andata proprio così”. Ai microfoni di Di più parla della fede ritrovata: “Siamo una famiglia credente, siamo profondamente cristiani e quello che è successo mi ha fatto ritrovare la fede. Non penso che sia stata solo fortuna. Mia madre e io, pochi giorni dopo essere usciti dall’ospedale, siamo andati da padre Roberto, il parroco che a Milano ha sposato lei e papà. Siamo stati con lui una giornata intera, abbiamo parlato tanto”.



Il cambiamento

“Una coltellata è arrivata dritta vicino al fegato. Una costola, spezzandosi, ne ha rallentato l’affondo. Se quella stessa coltellata fosse arrivata qualche millimetro più sopra, se la costola non l’avesse deviata, mi avrebbe perforato il polmone. Uscire vivi da situazioni del genere ti cambia profondamente…“. Niccolò, ora, insegue il sogno di diventare calciatore: “Se voglio davvero realizzarlo”, ammette consapevole, “devo smetterla di fare vita notturna. Farò di tutto per cercare di tornare a giocare al più presto nella mia squadra, la Triestina. […] Quanto alla tv, per ora parlarne è prematuro”.

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