FICARRA E PICONE, LE RANE: DIRETTA
Così il vanitoso Eschilo: “Che non ci provi più, questo, a mettersi contro di me. Si porti pure tutti i suoi libri: a me basteranno un paio di versi”. Xania lo riporta in carreggiata: “Padrone, scegli tra due poeti. Che idea avete per la salvezza della città? Se prendessimo a diffidare di quelli di cui ora ci fidiamo, e a fidarci (affidarci) di coloro di cui non ci fidiamo?”. In sostanza: cambiare partito. Ma Dioniso prende una decisione: “Sceglierò con il bene comune”. Cos’è questa svolta filopolitica? Fatto sta che la scelta ricade su Eschilo, che Dioniso riporta in vita. “Ma chissà se vivere non sia morire…“. Di certo, più il tempo scorre, più la sentenza si avvicina. [agg. di Rossella Pastore]
IL DUELLO
Xania dà il peggio di sé col suo “compagno di frustate”: “Ma quanto bello è bofonchiare sbattendo le porte? Origliare le sue conversazioni private e poi riferire tutto in giro? Lamentarsi di tutto?”. Intano notiamo la lucidità (non mentale) sul viso degli attori. Un po’ di cerone, no? In ogni caso, nell’Ade è guerra tra tragediografi. Euripide ed Eschilo si sfidano con Dioniso come giudice. Ognuno critica l’arte altrui, ed Eschilo ne esce vincitore. “Mi si rivoltano le viscere a dover replicare a costui. Che non si pensi, però, che mi abbia messo in difficoltà. Sfido chiunque a trovare nei miei drammi una sola donna innamorata. Con Euripide, Afrodite si è sbracata e ti ha schiacciato con tutto il suo peso”. [agg. di Rossella Pastore]
GLI INIZIATI
Però che regia: Duccio Forzano si distingue sempre. Pensavamo che la sua specialità fossero i programmi di Fazio; invece la direzione teatrale non è niente male. Tornando alla trama, all’inferno i due incontrano le rane. Poi si uniscono a un coro danzante, e Xania non ha nessuna voglia di ripartire. “Avanzate nel prato recinto”, invita il coro di iniziati, che coi loro canti fa ancora da sottofondo. Così è: Plutone riceve – per così dire – Dioniso, e quasi lo picchia. Il dio, di fatto, si è spacciato per Eracle. “Facciamo che Eracle sei tu: prendi la pelle di leone”. E allora i ruoli si invertono (così come i trattamenti): Xania riceve un invito a pranzo. [agg. di Rossella Pastore]
LA STRADA PER L’INFERNO
La recitazione di Ficarra e Picone non è un granché. Però l’opera(zione) merita. Si inizia coi due gitani (Dioniso e Xantia) che bisticciano. Finalmente incontrano Eracle, a cui Dioniso chiede la strada per l’Ade. “Eracle, fratello mio, come stai?”. Lui se la ride: “Ma come faccio a non ridere?! Ti sei messo la pelle di leone e la veste da femmina. Si può sapere perché ti sei conciato così?”. Ora, copioni parte, gli altri attori fanno sfigurare i protagonisti. “Quelli bravi sono morti, e quelli che ci sono sono scarsi. Fratello mio, se sono qui è perché ho bisogno di consigli. Ho bisogno che mi indichi la strada. Voglio riportare in vita Euripide”. “Vuoi andartene all’inferno anche tu?”. “Sì, mi indicherai una strada che non sia né troppo calda né troppo fredda”. Si scherza: “Impiccati”. Ma no, sarebbe soffocante. Quale strada prendere, allora? “Quella che ho preso io”. Segue descrizione di un simil-inferno dantesco. [agg. di Rossella Pastore]
L’INTERVISTA
“Al liceo le versioni io le copiavo. Ma dopo tanti anni il reato è caduto in prescrizione”. Stavolta, però, Picone non ha avuto alternative (se non lo studio). A TvBlog raccontano il lavoro di traduzione: hanno dato credito a quella di Olimpia Imperio, docente di Lingua e Letteratura Greca all’Università di Bari. “È come avere una macchina del tempo per tornare a più di 2.400 anni fa, nella culla della comicità. Questa commedia ha un significato ancora attuale: la cultura può salvarci dall’imbarbarimento e dalla decadenza”. Si tratta di uno spettacolo che getta le sue radici nell’opera di Aristofane, distanziandosi leggermente quanto a stile e ambientazione. Si veda il Dioniso in scarpe da ginnastica, o il servo in completo tartan. “Ci sono momenti esilaranti e tanti travestimenti” garantisce Ficarra, mentre Picone mette in guardia che “si ride anche di pancia, con varie scurrilità”. [agg. di Rossella Pastore]
L’APPUNTAMENTO
E’ tutto pronto su Raiuno per lo show di Ficarra e Picone che, nella splendida cornice del teatro di Siracusa, promettono grandi risate con un testo antichissimo. Le rane, infatti, questo il titolo dello show in onda in prima serata sulla rete ammiraglia della Rai, è il testo che scrisse Aristofane, uno degli autori più importanti del teatro greco, 2500 anni fa. Su Twitter, attraverso il proprio profilo ufficiale, Ficarra e Picone hanno ricordato l’appuntamento ai fans che hanno così l’occasione per divertirsi in compagnia della coppia siciliana che sbanca i botteghini al cinema e regala grandi ascolti a canale 5 con Striscia la Notizia. La Rai, dunque, va sul sicuro con Ficarra e Picone che possono contare su un pubblico affezionato, pronto a trascorrere una serata divertente e diversa dal solito pur in compagnia di un testo antichissimo (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
UNO SPETTACOLO ANTICO MA MODERNO
La prima serata di Raiuno, in questo primo sabato di settembre, porta in tv uno spettacolo moderno, ma antichissimo. Le rane con Ficarra e Picone porta in tv un’opera di Aristofane, una delle penne più pungenti del teatro greco. Per gli amanti del genere si tratta di un appuntamento imperdibile. Per l’occasione, Ficarra e Picone, due degli artisti più importanti del panorama attuale, tireranno fuori il loro spirito ironico con cui hanno conquistato il pubblico italiano. Sul palcoscenico di Siracusa, uno dei più belli e suggestivi del mondo, Ficarra e Picone regalano una prima serata unica al pubblico di Raiuno. Con i due attori, la Rai punta così a conquistare i telespettatori e a vincere la gara degli ascolti. Un esperimento che la televisione di stato conta di vincere. Dopo aver sbancato i botteghini con i loro film, dunque, Ficarra e Picone riusciranno a portare a casa la serata? (Aggiornamento di Stella Dibenedetto).
RISATE CON UN TESTO DI 2500 ANNI FA
“Fa ridere con un testo di 2500 anni fa”, questo è l’esperimento che la Rai ha voluto fare questa sera, per il primo prime time di questo mese di settembre che riaccenderà la tv tra show, fiction e prime visioni. Protagonisti della serata saranno Ficarra e Picone e all’epoca dell’annuncio, arrivato durante la presentazione dei palinsesti da parte della Rai, sono stati in molti quelli che si dicevano curiosi di come sarebbe andato l’esperimento. A quanto pare dal vivo è stato entusiasmante e il pubblico presente ha riso molto ma sarà lo stesso anche in televisione? I promo de Le Rane sono sotto gli occhi di tutti ormai da settimane e anche poco fa, sulla pagina Twitter della rete, ne è stato pubblicato qualcuno, clicca qui per vedere l’ultimo. Su Twitter si legge: “ “Ma i greci facevano i teatri così perchè c’è un’acustica perfetta” – “… eh?”. Il responso arriverà con la pubblicazione dei dati sugli ascolti. (Hedda Hopper)
LE RANE, ESPERIMENTO O VITTORIA SICURA?
Sarà una serata imperdibile quella che questa serra vedrà su Rai Uno Ficarra e Picone nei panni di Dioniso e Santia, i due protagonisti della commedia scritta da Aristofane, “Le Rane”, andata in scena, per la prima volta, nel 405 a.c. “Siamo stati da subito entusiasti. Quando Roberto Andò (direttore artistico della Fondazione Inda, ndr) ci propose di fare “Le rane” a Siracusa, accettammo senza avere dubbi”, conferma Valentino Picone tra le pagine di Radio Corriere Tv. I due comici rivelano inoltre si essere rimasti sorpresi dall’attualità dei temi trattati dal noto commediografo greco, il quale, tracciando il ritratto di un’Atene in crisi, ha dipinto un quadro che ricalca l’attuale situazione politica. “Una volta messa in scena, i primi a essere sorpresi dall’attualità delle battute della commedia e dalla loro forza comica, siamo stati proprio noi”, ricorda Salvatore Ficarra, “ma l’emozione più grande è sentire ridere il pubblico nello stesso luogo in cui quel testo veniva rappresentato oltre duemila e cinquecento anni fa”.
“CI SIAMO DIVERTITI”
Nel ripercorrere le fasi salienti de “Le Rane” a Radio Tv Corriere, Ficarra e Picone non possono fare a meno di sottolineare ciò che oggi li lega alla commedia del noto commediografo greco: “Sembra quasi che Aristofane conoscesse me e Valentino – ammette Salvatore Ficarra – È un testo meraviglioso, ci siamo divertiti a entrarci dentro rispettando la traduzione originale”. Fra le prime difficoltà incontrate per la realizzazione della commedia, quella relativa al linguaggio utilizzato: “Non siamo abituati a recitare qualcosa di tanto antico – ammette Valentino Picone – avere un linguaggio diverso da quello che usiamo oggi è strano e al tempo stesso affascinante”. A contribuire al successo dello spettacolo anche la traduttrice Olimpia Imperio, senza dimenticare il lavoro di squadra e la collaborazione ottenute grazie al regista Duccio Forzano: “È stato davvero un percorso di gruppo, una sinergia per un’operazione molto particolare”, conferma Picone nel corso dell’intervista.
“È UNO SPETTACOLO POPOLARE”
Quale sarà la reazione del Pubblico di Rai uno di fronte a “Le Rane”? A dare una risposta a questa domanda è Valentino Picone, che, fra le pagine di Radio Corriere Tv, si dice soddisfatto di aver avuto la possibilità di portare in scena la commedia di Aristofane: “Siamo contenti che la Rai abbia voglia di mettersi alla prova. È un’operazione culturale, uno spettacolo teatrale trasmesso in prima serata, penso che la gente sarà molto curiosa di vederlo”. Secondo il comico, infatti, Le Rane “è uno spettacolo popolare, molto divertente”, per questo motivo il pubblico di Rai Uno non dovrebbe lasciarsi sfuggire l’occasione di seguirlo. La commedia sarà inoltre al centro di una tournée che partirà il prossimo ottobre, si tratta di una versione indoor alla quale, conferma Ficarra, entrambi stanno già lavorando: “Se eravamo in cinquanta sul palco del teatro greco di Siracusa non potremo essere altrettanti in un teatro dei giorni nostri”.