Tra le sorprese più grandi al momento dell’annuncio dei film selezionati per il concorso principale del Festival di Venezia 2018, è stato presentato alla stampa e al pubblico The Ballad of Buster Scruggs, ultimo lavoro di Joel e Ethan Coen. A due anni di distanza di Ave, Cesare! e dopo la parentesi da sceneggiatori per Suburbicon di George Clooney, il duo si è messo in gioco per la prima volta sul piccolo schermo: la pellicola infatti è targata Netflix e sarà disponibile a partire dal prossimo 16 novembre 2016. E, come praticamente sempre accade per quanto riguarda i fratelli Coen, parliamo di un progetto ambizioso quanto originale: una mini-serie, almeno originariamente, ambientata nel vecchio west e costituita da sei storie distinte, ogni capitolo infatti racconta una storia diversa. Un film antologico, dunque, con delle storie sulla frontiera americana raccontate dalla voce più che riconoscibile dei Coen.



Troviamo infatti tutto: la commedia, il dramma, il musical e naturalmente il western. Una rivisitazione in chiave grottesca a tratti ma molto rispettosa di uno dei miti di Hollywood. E attenzione a pensare subito a Il Grinta, altra pellicola dei Coen: il paragone non regge, due progetti totalmente distanti quanto originali da ogni punto di vista. I sei episodi sono intitolati rispettivamente: The Ballad of Buster Scruggs con Tim Blake Nelson e David Krumholtz, Near Algodones con James Franco e Stephen Root, Meal Ticket con Liam Neeson e Harry Melling, All Gold Canyon con Tom Waits, The Gal Who Got Rattled con Zoe Kazan e Bill Heck, The Mortal Remains con Tyne Daly e Brendan Gleeson. Insomma, anche il cast è di tutto rispetto!



Come evidenziato in precedenza, I sei episodi sono diversi l’un dall’altro ed è questo uno dei punti di forza: viene fuori la straordinaria duttilità dei fratelli Coen, che forniscono attraverso interessanti stratagemmi la loro visione del genere western e delle storie che attirano l’interesse dello spettatore con naturalezza. Non mancano i tratti caratteristici del genere, con carovane d’oro, saloon e pistoleri. Dal punto di vista tecnico, come sempre, i fratelli Coen fanno scuola. La fotografia di Bruno Delbonnel è semplicemente straordinaria, con le foreste innevate che illuminano gli occhi dello spettatore, mentre per quanto riguarda il commento sonoro di Carter Burwell fa fare un salto di qualità a tutta l’opera. Joel e Ethan Coen sono tornati e lo hanno fatto nel migliore dei modi: insieme a La Favorita di Yorgos Lanthimos, un papabile vincitore del Leone d’Oro.

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