Soliti ringraziamenti, al termine de La notte di Andrea Bocelli. È Milly a concludere: “Grazie a tutti quanti. Spero solo che voi continuiate a donare, perché il sogno della scuola di Muccia si realizzi”. Anche Andrea ci tiene, e saluta in primo luogo la moglie: “Veronica è stata una sorta di eminenza ‘bianca’. Senza di lei, tutto questo non sarebbe stato possibile”. Poco prima fa una bellissima citazione: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Poi la spiega: “Penso che non ci sia più ‘prossimo’ di chi parla la nostra stessa lingua e abita a pochi passi da noi”. “Prossimo” in ambo i sensi, dunque. Un po’ meno dotto il riferimento di Insinna, che resta comunque d’effetto: “Chaplin disse: ‘Non mi era mai piaciuta l’Opera, non capivo nulla. Ma quando vidi entrare il feretro della regina e il coro cantare, esplosi a piangere. Era come rivedere il film della mia vita’. Ecco: magari stasera non ci diamo alle lacrime; però qualche emozione la suscita”. Come dargli torto: più di “qualche”, se permette. [agg. di Rossella Pastore]
MORGAN FREEMAN TRA GLI OSPITI
La notte di Andrea Bocelli è il concerto-evento condotto da Milly Carlucci con protagonista la solidarietà. Non il tenore, né la sua musica: al centro c’è il numero solidale, che la conduttrice ripete a intervalli regolari. Dona e fai donare: persino Morgan Freeman, attore di fama mondiale e “Dio sceso in terra” [sic!] si preoccupa di citare il 45580. Il tutto va alla Andrea Bocelli Foundation, che media con la causa della ricostruzione. C’è un progetto in particolare, che Andrea & co. vorrebbero realizzare: si tratta del ripristino della scuola elementare di Muccia, in provincia di Macerata, andata distrutta a seguto del terremoto del 2016. Sono tanti gli ospiti accorsi per sostenere la causa. Primo fra tutti, nientepopodimeno che Richard Gere. “Unbelievable“, sintetizza Milly.
SI PLACHI, PLACIDO!
“Sento uno spirito particolare in questo posto. La musica, il ballo e il divertimento sono qualcosa che appartiene a tutto il mondo, dall’Africa al Sud America”. Ma l’Italia gode di un punto di vista privilegiato. Per Richard, ballare e danzare sul palco (la prima volta in Chicago) è stato bellissimo. “Mentre giravo quel film, incontrai per la prima volta Andrea”. “Siete due grandi artisti”, fa notare Milly, “entrambi avete donato il vostro dono”. Per Gere è quasi scontato: “Siamo tutti insieme, quindi, se ho qualche cosa di più che mi ha dato la vita, la voglio condividere con gli altri”. Meno romantico Michele Placido: “Nell’Opera, il leitmotiv è sempre il triangolo. C’è il protagonista che insegue una donna e il marito, che gli rompe le b***”. Non è il caso, Placido: sii degno del tuo (cog)nome.
ATTRICI E CONDUTTRICI
L’emancipazione della donna, per Valeria Golino, passa proprio per l’Opera. “È arrivata prima qui che al cinema”, commenta lei, che di film ne sa qualcosa. Sul palco c’è anche Catherine Deneuve: “Che impressione fa?”, chiede la Carlucci. Lei replica incerta: “Molto strano. Sono venuta a Verona la prima volta due mesi fa, ho visitato l’Arena quando era vuota, cercando di immaginarmela con migliaia di persone dentro”. Ora ce ne sono 14mila, tra cui, in platea, Elisa Isoardi. “Devo farle un in bocca al lupo”, ricorda Milly Carlucci. Tra colleghe ci s’intende: c’è ansia per il debutto, domani a La prova del cuoco. Dal profano al sacro: segue un Ave Maria che suona veramente come una preghiera. E non come una recita memoriale, ma come un moto profondo del cuore. Chiusura con Nessun dorma: sarà, ma s’è proprio fatta ‘na certa.