Gigi Proietti torna a vestire i panni del giornalista nella fiction ‘Una pallottola nel cuore’, fiction in onda a partire da questa sera su Raiuno. Dopo le prime due stagioni aveva dichiarato di avere diverse perplessità riguardo la terza serie, ma alla fine l’amatissimo attore romano ha capito di avere ancora molto da dare. Intervistato da Il Giornale, infatti, ha ammesso: “Mi sono reso conto che il personaggio poteva dare ancora tanto. Soprattutto in quella che è la sua caratteristica: il mix di dramma e comicità. Perché non c’è dramma che non abbia il suo lato comico. Il che mette sempre in difficoltà i critici”. Nella creatione del personaggio di Palmieri, che indaga su casi di molti anni prima, Proietti confessa di non avere bisogno di ricerche particolari, né tanto meno di analizzare psicologie o ambienti. Il volto da lui creato è la conseguenza dell’immedesimazione: “Mi sono basato sull’idea romantica e old style che ho di questa figura: il giornalista che ha senso etico. Che cerca la verità”.



“LA MEMORIA È UNA FACCENDA ATTUALISSIMA”

Gigi Protietti prosegue le sue indagini sui casi irrisolti di Roma nella fiction ‘Una pallottola nel cuore’. Tali casi potrebbero dare l’immagine di un cronista del passato eppure, intervistato da Il Giornale, l’attore dichiara di considerare la memoria come una faccenda molto attuale: “Nonostante sia un paradosso, per lui la memoria è una faccenda attualissima. È proprio frugando nel passato, infatti, che riporta a galla temi più urgenti che mai. Come nella prima puntata, dove riesumando l’inspiegato incendio d’un centro di raccolta profughi denuncia lo sfruttamento degli immigrati. Per lui i casi irrisolti sono come ferite ancora aperte. Non puoi guarire finché non le ricuci”. Il personaggio di Palmieri ha tra le sue caratteristiche uno spiccato accento romano, che lo rende più vicino al suo interprete. L’amore per Roma, infatti, lega entrambi così come la consapevolezza dei problemi della città eterna. Confessa, infatti, Proietti: “È da quando sono nato (dall’epoca di Dante Alighieri, dunque…) che si parla dei guai di Roma. Io mi convinco sempre più che la loro soluzione non può essere solo nazionale. Non dicono tutti che Roma è del mondo?”

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