“Chi l’ha visto” compie trent’anni e Federica Sciarelli festeggia i quindici anni al timone del programma che da sempre si occupa di persone scomparse: “Diamo spazio a casi che non lo troverebbero altrove, diamo attenzione anche alle piccole storie”, spiega la conduttrice. Il suo programma che riprenderà oggi con la fascia quotidiana è e rimane una garanzia del palinsesto Rai. “È una garanzia perché rimane sempre uguale a se stesso, credo di averlo semplicemente adattato ai tempi. Quando arrivai ci occupammo della scomparsa di Elisa Claps e chiesi ai famigliari di poter parlare di omicidio e di occultamento di cadavere, era ovvio che l’avevano uccisa. Era importante anche per loro che fosse tracciata una linea ben precisa da un punto di vista giudiziario. Di quello che poi è stato chiamato femminicidio noi a Chi l’ha visti? Ne parliamo da tantissimo tempo, dicendo che non si tratta di donne scomparse, ma di donne che sono state uccise e il cui cadavere è stato occultato che è una cosa diversa”.



I CASI DI CHI L’HA VISTO

I casi di cui tratta Chi l’ha visto sono tutte storie che persone comuni inviano al loro indirizzo email o di cui raccontano alla segreteria telefonica. “Io e Gianluca Nappo, l’altro autore, leggiamo tutti i casi che ci vengono proposti, c’è un lavoro certosino dietro, e poi decidiamo. Cerchiamo di farli tutti”. Federica Sciarelli avrà trattato centinaia e centinaia di casi particolari, terribili, tristi, cruenti e difficili. “Ci sono alcuni casi che seguiamo di più perché il mistero rimane, non si risolve – spiega la giornalista –è chiaro che quando scompare un bambino rimani particolarmente turbata. Noi siamo un osservatorio, quando c’è stata la crisi, con l’aumento della disoccupazione, molti uomini scomparivano, eravamo terrorizzati perché li si trovava impiccati”. Per questa ragione si può affermare che Chi l’ha visto dopo trent’anni di produzione continua a riflettere ancora i cambiamenti del nostro paese: “Penso all’aumento delle persone scomparse a causa dell’Alzheimer. Una realtà con la quale dobbiamo fare i conti visto il progressivo invecchiamento della popolazione”.

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