Andrea Delogu è la stella nascente della televisione italiana. Prima ancora lo è stata della radio: da audio a video, il passo è breve. Quando ha scoperto la vocazione? “Avevo 13 anni”, racconta al Mattino, “mancava il conduttore e presentai io il concerto di Cristina D’Avena a Rimini. Quando mi accorsi che la mia voce amplificata attirava l’attenzione di tutti, pensai: voglio fare questo”. Di lei, Renzo Arbore dice: “È un talento”. Come darle torto: “Non salviamo vite, ma comunichiamo. È un gioco che mi piace”. Il segreto è proprio non prenderla sul serio: “Rendiamoci conto di dove siamo… in tv. Al successo non ho mai pensato, è solo una conseguenza della mia voglia di essere ascoltata”.



L’INFANZIA IN COMUNITÀ

Andrea sta per debuttare in B come sabato, da oggi alle 13.30 su Rai 2 e Rai Radio 2. Con lei ci sono Gabriele Corsi, Marco Mazzocchi e Gigi e Ross. Non la solita cronaca calcistica: con Andrea si parla soprattutto di serie B e degli sport minori. Lei si professa “metodica”: “Non ho pietà per me stessa. Con le persone faccio fatica a legare. Ma quando succede, è per sempre”. Poi racconta gli anni a San Patrignano: “I miei genitori si sono salvati dalla droga, per me era una vita normale, ma con ferrea disciplina, che ho tutta in me”. Il nome l’ha scelto suo padre: “Voleva un maschio”, si giustifica. Ma questo, oltre al karate, ha giocato a suo favore: “Era un buon compromesso per tornare a casa a mezzanotte. Mi diceva: ‘Se sai difenderti, vai pure'”.

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