Antonio Braucci metterà da parte cinepresa e bisturi per qualche tempo per affrontare il nuovo ruolo di Tentatore a Temptation Island Vip. Il medico conosciuto come chirurgo plastico, attore e regista, è stato infatti selezionato per partecipare al programma e lo vedremo in spiaggia, pronto a rubare il cuore di una delle fidanzate. “Tutto quello che desideri è dall’altra parte della paura“, scrive di ritorno dallo show sul suo profilo Instagram e citando una delle frasi più celebri di Jack Canfield. Antonio si mostra inoltre a bordo di un molo di Punta Pennata, riconosciuto da uno dei suoi followers. Clicca qui per vedere la foto di Antonio Braucci. Solare e sempre sorridente il nuovo Tentatore potrebbe in realtà rientrare nel gruppetto di chi è stato mandato a casa prima del termine delle riprese. Ogni giorno infatti è presente una sua foto, scattata in situazioni del tutto diverse. L’unica pausa dai social è collegata a tre giorni di agosto, dal 25 al 28 del mese, arco di tempo in cui Antonio sembra essere stato assente. Le date coincidono con le mosse online di tutti gli altri single, ma questo suo ritorno improvviso potrebbe avere il sapore della sconfitta. Intanto la vita profilifica del chirurgo estetico continua: negli ultimi anni ha realizzato un corto, ha recitato e diretto In nome di un dio (2015) ed ha recitato nel film Napoli velata che Ferzan Ozpetek ha diretto e scritto nel 2017.
Il lavoro come regista
Antonio Braucci si è già fatto notare nel mondo dello spettacolo, alcuni anni prima della sua attuale partecipazione a Temptation Island Vip. Lo vedremo infatti come single, ma ha il merito di essersi fatto conoscere ed apprezzare a livello internazionale per il suo film In nome di un dio. Il titolo ha attirato l’opinione della critica mondiale per via del tema scelto e della location, un lavoro con cui il giovane regista ha raccolto diverse testimonianze di persone islamiche per parlare di terrorismo. La volontà di Braucci in questo caso, data la realizzazione del film a due mesi di distanza dall’attentato avvenuto a Parigi, era di dare un’altra visione della religione islamica. E soprattutto per promuovere l’idea che la guerra può essere sconfitta con armi taglienti come l’amore e la fratellanza. Al giornalista Eduardo Improta, Braucci svela infatti di aver scelto di scrivere “dio” con la lettera minuscola per indicare quella divinità astratta che gli uomini usano come scudo e giustificazione per le loro follie. “Non è questo il leitmotiv del cortometraggio“, aggiunge subito dopo, sottolineando come in realtà la trama riguardi due uomini che si scoprono amici mentre si trovano ostaggio dei terroristi. Due culture diverse, un occidentale ed un arabo, che trovano un punto in comune nel momento di maggiore disperazione.