Lo conosciamo come l’irriverente interprete di Rocco Schiavone, commissario che si fa qualche canna nella fiction in onda su Raidue. Ma Marco Giallini è un volto storico del cinema e della televisione italiana, con all’attivo più di quaranta film di cui ben 21 girati negli ultimi dieci anni. Intervistato da Antonello Piroso su La Verità, l’attore racconta qualche dettaglio in più su una carriera trentennale (come lui stesso ci tiene a sottolineare) che lo ha portato anche ad una grande ‘soddisfazione’: vedere il suo volto negli accendini! Spiega infatti nell’intervista: “Er Terribile mi ha dato la popolarità… fin troppa. C’hanno fatto gli accendini con la mia faccia. L’ho vista pure sulla maglietta di uno che stava scendendo da una Porsche: giuro. Mi sono sentito così in imbarazzo che ho cambiato marciapiede”. Ma non è la celebrità che interessa a Giallini, che ancora oggi continua a vivere nel suo piccolo borgo, immerso nella sua passione per la musica rock e la motocicletta.



“Non si può più fare una battuta”

L’intervista a La Verità è anche l’occasione per fare il punto sul rapporto tra donne e uomini all’interno del cinema. Pur ammettendo di come certe persone meritino di pagare per gli abusi che hanno commesso, Marco Giallini ammette che qualcosa è cambiato dopo la nascita del movimento #Metoo”: “Bel capolavoro abbiano fatto. Per colpire gli uomini di m… che approfittando del loro ruolo allungano le mani o peggio, abbiamo avvelenato i pozzi dei rapporti tra uomini e donne. Io le donne le ho sempre rispettate e ci mancherebbe altro. Ma ora se fai una battuta a una donna, devi stare attento perché potresti essere accusato di molestie”. Non si può negare, infatti, che alcune donne accusano apertamente presunti molestatori, avrebbero potuto tirarsi indietro quando ne avevano avuta l’opportunità: “Se è vero come è vero che ci sono degli uomini laidi – ammette Giallini -, ci sono pure alcune donne che si sono fatte pochi scrupoli pur di arrivare. Perché se non vuoi, basta dirlo. E se uno insiste, lo metti in riga con un paio di sberle”.



Da Romanzo Criminale a Perfetti Sconosciuti

È una carriera immersa in personaggi ricchi provocazioni, come nel caso di Rocco Schiavone, ma anche di volti diversi, ironici o ben più seri. Marco Giallini si confessa a La Verità spiegando di essere stato consapevole fin dall’inizio delle polemiche che la fiction di Raidue avrebbe provocato. Precisa, tuttavia, come sia questa la caratteristica del commissario descritto nei libri di Antonio Manzini e che lui non ha fatto altro che portare in scena i suoi racconti. In merito agli altri suoi grandi successi quali ‘Romanzo Criminale’ o ‘Perfetti sconosciuti’, l’attore ricorda ancora l’incontro con Paolo Genovese prima delle riprese di quest’ultimo film: “Quando Paolo me lo propose sulla spiaggia al Circeo, replicai: ‘Maddai, Paolo, un’altra storia intimista con otto persone chiuse in casa intorno a un tavolo’. Poi quando capii che il soggetto era l’Uovo di Colombo, perché tutti abbiamo qualcosa da nascondere, entrai nella parte, e mentre giravo mi dissi: ‘Questo può diventare davvero un grande film’ “.

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