L’uomo che uccise Don Chisciotte è il titolo del nuovo film di Terry Gilliam, “sequel” del documentario Lost in La Mancha. La vicenda riprende da dove si era fermata: una causa legale ai danni del produttore, la scelta di Cannes di proiettarlo al Festival, Gilliam che sta male e il solito lieto fine. L’uomo che uccise Don Chisciotte arriva anche in Italia, dal 27 settembre prossimo. Grande soddisfazione da parte del regista: “Sono molto fortunato, ho una pessima memoria  dice  per cui ho dimenticato tutto quello che di negativo c’è stato in questo film, e oggi sono solo felice che sia finito. E soprattutto che il film mi piaccia, perché ero veramente preoccupato dal fatto che alla fine non mi sarebbe più piaciuto. Invece sì. Io credo di capire il mondo, ma invece è chiaro che non lo capisco affatto, lo fraintendo. Proprio come Don Chisciotte. Mi appare una visione: ‘questo è il mondo’ e poi quando ci entro capisco che mi sono sbagliato e ricomincio. Più di tutto credo di essere Sisifo, molto più che Don Chisciotte”.



RITIRO ANNUNCIATO?

Il ruolo di Don Chisciotte è passato da Jean Rochefort a Robert Duvall, Michael Palin e John Hurt. Ora è Jonathan Price a interpretarlo, con Adam Driver nei panni di Sanchio Panza. “Per me il cinema è la cosa che ho vissuto fin da ragazzo: entrare in una grande sala buia e vedere cose fantastiche che erano meglio della mia vita, cose magnifiche e totalmente nuove per me. Questo era quello che mi piaceva del cinema, esiste ancora? Non lo so”. Infine ammette: “Non lo so, questo è il mio grande problema. Non ho storie che vorrei raccontare. Sto continuando a cercare, leggo di tutto alla ricerca di ispirazione. Sono confuso: il mondo è molto cambiato. Forse non ho più storie da raccontare”.



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