In un modo o nell’altro, volente o nolente, Gli incredibili (2004) pose un segno importante nell’allora fenomeno nascente del cine-comic (inaugurato per come lo conosciamo nel 2000 da X-Men di Bryan Singer), aprendo il filone a tutta la famiglia – superando il pubblico adolescenziale – e dando il segnale preciso di un fenomeno di massa che 4 anni dopo sfociò nel Marvel Cinematic Universe e negli incassi miliardari che durano tutt’oggi. Oggi che Disney (e quindi Pixar) hanno comprato l’universo Marvel, il ritorno della famiglia di supereroi animati diretti da Brad Bird è ancora più emblematico del senso istituzionale che i supereroi hanno acquisito nell’industria cinematografica. 



Gli incredibili 2 vede la famiglia Parr messa fuorilegge dal governo per via dei danni che i supereroi stanno facendo alla città. Ma il mondo ha ancora bisogno di loro e se ne accorge un miliardario che ha organizzato una strategia comunicativa per rilanciare la figura dei supereroi partendo da Elastigirl, ovvero Helen, la moglie di Mr.Incredibile/Bob. Ma il nemico da affrontare stavolta, L’ipnotizzaschermi, sembra poter arrivare ovunque e a chiunque. 



Bird, come nel precedente, scrive una sceneggiatura in cui mescolare perfettamente l’avventura supereroistica (che pesca cliché dalla tradizione del fumetto, a partire da Watchmen e dagli stessi X-Men) e la commedia familiare, scegliendo stavolta di non mettere in discussione l’ossatura del modello supereroistico e del suo cinema – non può più, essendo ormai il business principale della compagnia -, ma di esaltarlo giocando con l’attualità. 

E così a partire dalla rappresentazione della donna come figura professionale e non come angelo del focolare, echeggiando il rinnovato vigore del movimento femminista specie negli Stati Uniti, fino alla riflessione su percezione, manipolazione e condivisione che dai social media è arrivata sino alla Casa Bianca, Gli incredibili 2 racconta degli elementi importanti nella decodifica della realtà contemporanea (qualcuno potrebbe leggerci una sorta di allegoria di Steve Bannon o dei vari populismi che governano il mondo), ponendosi al contempo come prodotto che guarda per struttura, estetica, richiami scenografici a un passato percepito come dorato e che invece è semplice antiquariato. 



Rispetto al primo film de Gli incredibili, Bird sceglie di giocare nel recinto, dentro le regole e le usa per continuare a costruire un universo estetico e poetico personale (che parte da Il gigante di ferro e arriva a film con attori come Mission: Impossible 4 e Tomorrowland); ma al contempo fa un passo indietro dal punto di vista del coraggio e dell’originalità narrativi, scegliendo di ispirarsi alle serie tv animate degli anni ’70 che i suoi personaggi guardano in tv. 

Nulla di grave, in ogni caso: Bird sfrutta in maniera magistrale le possibilità tecniche del cinema digitale e le capacità dei suoi animatori e realizza uno spettacolo insuperabile, divertente, eccitante, gioioso, citazionista ma non pedante (Giacchino che alla musica ama ammiccare a 007). Insomma un perfetto film per famiglie, un perfetto – seppure canonico – film di supereroi. 

Da segnalare in apertura, il cortometraggio Bao, commovente e dolcissimo.