In occasione degli 80 anni dall’introduzione delle leggi razziali, Che tempo che fa ha deciso di ospitare Liliana Segre, che all’epoca aveva 8 anni. Non si era sentita mai diverse dalle altre bambine, ma il padre dovette comunicarle che era stata espulsa dalla scuola. La senatrice a vita ha raccontato di aver insistito perché al binario 21 della Stazione Centrale di Milano ha voluto che su un muro fosse scritta la parola “indifferenza”, la stessa che ha incontrato da parte della sua maestra che le aveva detto che non era stata certo lei a fare le leggi razziali. Tra i suoi ricordi anche il tentativo di trovare rifugio in Svizzera, fallito per un gendarme che diede degli imbroglioni alla sua famiglia. Importante per lei, invece, il regalo che le fece una compagna di prigionia: un piccolo pezzo di carota. “Lo stupore del male altrui”, quello provato dai soldati russi entrati ad Auschwitz, sono le parole che meglio descrivono quello che lei sentì nei suoi anni di prigionia. (aggiornamento di Bruno Zampetti)



LE PAROLE SULLA DEMOCRAZIA

Liliana Segre è forse diventata una Senatrice fin troppo scomoda. Con una precisa visione politica sempre in mente, di recente ha alimentato critiche accese per via di alcune sue affermazioni legate a Benito Mussolini. Secondo la Segre infatti lo spettro del Duce non è mai scomparso ed oggi è lo stesso popolo italiano a richiedere che possano emergere nuovi dittatori dello stesso calibro, magari emulando Mussolini. Questa la sua risposta secca durante la presentazione del suo nuovo libro, Razza e Ingiustizia, sottolineando che forse la democrazia non fa contenti proprio tutti i cittadini. Liliana Segre sarà inoltre ospite di Che tempo che fa nella puntata in onda oggi, domenica 23 settembre 2018. “Gli anni passano, muoiono le vittime e muoiono i carnefici“, ha sottolineato ancora la senatrice durante il suo intervento pubblico, come ricorda Huffington Post. Per questo a distanza di così tanti anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, si tende forse a minimizzare quanto accaduto un tempo in Italia, auspicando persino un ritorno del Duce in contrasto con una democrazia che non rende felici. L’Europa intanto ai suoi occhi è diventata sempre più indifferente, una fase di comoso che potrebbe essere transitoria oppure no. E riguardo a Matteo Salvini, definito dal New York Times come il volto dell’Europa, ha risposto di credere che il premier si avvicini molto a questa etichetta. 



Liliana Segre e il messaggio ai giovani per l’inizio della scuola

A poco più di una settimana dai suoi 88 anni, Liliana Segre continua a interessarsi di politica ed a battersi contro un’indifferenza ormai dilagante. Durante il ritorno a scuola, la senatrice ha inoltre inviato un proprio messaggio agli allievi dei Martiri di Sant’Anna di Pontestazzemese, in provincia di Lucca, in ricordo degli studenti ebrei espulsi nel ’38 da tutte le scuole del Regno. Rispetto della Costituzione e l’attuazione di quanto scritto sono le basi che la Segre individua per garantire lunga vita alla democrazia. Ex deportata nei campi di concentramento, la senatrice ha raccomandato agli allievi di pensare a studiare. “Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza“, ha concluso nel suo messaggio di auguri, come ricorda Lucca in Diretta. La Segre ha parlato così in modo indiretto della propria esperienza con la scuola, perché a causa delle Leggi razziali fu fra quei ragazzi banditi dai banchi scolastici. “Poi finirono tutti ad Auschwitz“, ha ricordato parlando della deportazione di tutta la sua famiglia, nonni paterni e genitori compresi. Di quel giorno non potrà mai dimenticare il volto dei suoi cari.