E’ stata stranamente rimossa, nessuno ne parla più, in molti non sanno neanche cosa successe quel 22 luglio 2011. Eppure è stata la carneficina più violenta, orribile anche nel modo in cui si svolse, dell’Europa occidentale nel dopoguerra (stragi nella ex Jugoslavia a parte, ovviamente). Quel giorno un giovanotto norvegese, Anders Breivik, armato di tutto punto, sbarcò su un isolotto dove si teneva un congresso dei giovani liberali, e ne uccise uno a uno 69, dopo aver piazzato una bomba nel centro di Oslo per sviare le attenzioni e avere ucciso altre otto persone. Esce adesso su Netflix il film dedicato a quel giorno, “22 luglio”, un pugno nello stomaco difficile da guardare fino in fondo in cui il killer solitario è interpretato dall’attore Anders Danielsen che oggi su Repubblica parla del film.



IL COMMENTO DELL’ATTORE CHE INTERPRETA IL KILLER

Film che in Norvegia in molti non volevano venisse fatto cosa che la dice lunga sul desiderio di rimozione di quell’episodio: “E’ importante esplorare i lati oscuri della natura umana” dice invece l’attore. Chi è Breivik in realtà? “Anche io pensavo fosse un folle” dice l’attore “ma interpretarlo mi ha fatto cambiare idea: è un terrorista di estrema destra e ci sono sempre più persone al mondo che condividono le sue idee”. Danielsen dice che non ha voluto incontrare di persona l’assassino, ma ha letto quello che ha scritto: una persona ordinaria, spiega, anche se  completamente mancante di empatia verso il prossimo: “Spesso pensiamo che i criminali siano dei mostri ma lo facciamo solo perché disturbante ammettere che sono esseri umani come noi”. Per l’attore é comunque importante anche l’aspetto politico della vicenda, “l’ascesa dell’estremismo sovranità e neonazista in Europa”. Rimane una domanda senza risposta: “Come può un figlio della classe media in uno die paesi con la migliore qualità di vita trasformarsi in un brutale stragista”.



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