Adriano Panatta sbarca al Festival del Cinema di Venezia grazie al film ‘La profezia dell’armadillo’, che per la prima volta lo vede impegnato nel ruolo di attore. L’ex tennista, oggi 68enne, interpreta il ruolo di se stesso nella pellicola nata come fumetto di Zerocalcare e diventata poi un progetto cinematograico per volontà della Fandango di Domenico Procacci in collaborazione con RaiCinema. Ma per quale motivo Panatta ha accettato questa nuova sfida? La domanda viene posta da La Verità al neo-attore, decisamente a suo agio davanti alla macchina da presa. E lui ammette la propria soddisfazione per questo nuovo ruolo: “Ho ceduto alle lusinghe di Procacci e mi sono fatto convincere. La scena me la sono cucita addosso, nel senso che per me il miglior modo di recitarla era essere me stesso”. E, a quanto pare, l’obiettivo è stato raggiunto, come evidenziato dalla scena in cui Panatta incontra il protagonista fuori dall’aeroporto di Fiumicino.
PANATTA ATTORE
Il debutto al cinema di Adriano Panatta sembra avere colpito nel vivo. Nel film ‘La profezia dell’armadillo’ che oggi verrà presentato al Festival del Cinema di Venezia, l’ex tennista veste i panni di se stesso usando anche la sua proverbiale ironia. A La Verità, infatti, ammette: “Parte uno scambio di battute tra il Panatta ‘romano de Roma’ tra indolenza, rassegnazione, ma allo stesso tempo con lampi di trattenuto riso sardonico “. Lo sportivo che, confessa senza remore, si sente romano al 100% ha però deciso di trasferirsi a Treviso per amore. Sebbene senta la mancanza della capitale, confessa di trovarsi bene nella città veneta, che considera a misura d’uomo e che gli permette di muoversi facilmente, senza la frenesia tipica di Roma. Nei prossimi mesi, l’ex tennista avrà anche delle ragioni in meno per tornare nella sua città d’origine, in quanto la Rai ha deciso di non rinnovare i ruoli che aveva sia in radio che in televisione.
“MI SONO SENTITO COME UN PESCE FUOR D’ACQUA”
Nella prossima stagione Adriano Panatta non sarà presente come ospite fisso a Domenica In né tanto meno sarà il co-conduttore del programma ‘I tre cuori’ su Radio1. Il mancato rinnovo brucia all’ex tennista, che ricorda la complessa esperienza lo scorso anno, quando si è sentito abbandonato a se stesso all’interno delle sue trasmissioni. Per questo, fatica a nascondere un po’ di ostilità nei confronti della televisione di Stato che gli ha mancato di rispetto: “Non è mia abitudine sputare nel piatto in cui ho finito di mangiare, il problema è che in entrambi i progetti a un certo punto ho avuto la netta sensazione di essere lasciato in balia di me stesso, senza chiarezza su quello che c’era da fare, e addirittura ad un certo punto con la richiesta di ridurre il compenso in precedenza concordato per non meglio precisati problemi di budget”. Da qui la critica verso i dirigenti che avrebbero dovuto mostrare più coerenza nei confronti delle persone che loro stesso hanno chiamato in azienda.