S’intitola Castore e Polluce il racconto tratto da Turisti in giallo di Antonio Manzini. Le location sono diverse: Aosta, Barcellona, Palermo, Firenze, Sicilia, Corvara. Soprattutto Aosta: Schiavone è in vacanza, quando la salita al Polluce (sopra i 4mila metri), si fa teatro di un brutto incidente. L’autore del giallo non ha nulla da invidiare a un più esperto Camilleri. Intervistato a Webnotte, Manzini ammette di essersi ispirato, “ma per Schiavone nessun consiglio”. L’ultimo romanzo della serie s’intitola Pulvis et umbra, ed è anch’esso edito Sellerio. Con Montalbano, le similitudini sono molteplici, a partire proprio dalla casa editrice. Anche da Schiavone, la Rai ha tratto una serie di successo, campione d’ascolti in replica e non. [agg. di Rossella Pastore]



UN “COLD CASE” PER ROCCO SCHIAVONE

“‘Non aveva mai condiviso le frenesie delle feste, sapeva solo che quando si avvicinavano date come la Pasqua, il Ferragosto, il Natale, il lavoro nelle questure aumentava in maniera esponenziale’. È fatto così il vicequestore Rocco Schiavone, burbero, scorbutico, scontroso e irritabile, trasgressivo al limite del lecito, ma con un senso della giustizia tutto suo e con un cuore tenero, segnato da una ferita condannata a non guarire”. Questa la sinossi di Castore e Polluce, il racconto edito Sellerio nella collana La memoria (2015). Una vetta valdostana ha inghiottito uno scalatore: sta a Rocco risolvere il “cold case”, che stavolta è “cold” per definizione. Di montagna, Schiavone, sa poco e niente. A malincuore abbandona Clarks e Loden, e i vestiti da montagna lo fanno sembrare un astronauta. Così goffo non si piace, ma niente è in grado di fargli perdere carisma. [agg. di Rossella Pastore]



LA FICTION

Rocco Schiavone torna in tv questa sera con il terzo episodio della prima stagione. In attesa della seconda stagione, il commissario continua ad incollare milioni di telespettatori davanti ai teleschermi. La fiction Rocco Schiavone è stata un grande successo di Raidue che punterà ancora sul personaggio interpretato da Marco Giallini anche nella prossima stagione televisiva. Quello di questa sera sarà un caso complicato che metterà a dura prova la pazienza del commissario che, con la sua squadra, cercherà di fare luce sulla morte di uno scalatore e sul cadavere mummificato di un uomo ritrovato sopra la bara di una donna. Indagando sull’incidente in montagna, Rocco Schiavone scoprirà che la morte dello scalatore potrebbe essere un omicidio premeditato. Un caso forte che quando è andato in onda per la prima volta ha raccolto 3.783.000 con lo share 15.01% (aggiornamento di Stella Dibenedetto).



UN NUOVO CASO PER ROCCO SCHIAVONE

Va in onda stasera la terza puntata di Rocco Schiavone, la fiction di Rai 2 tratta dalla serie di romanzi gialli di Antonio Manzini. Nel cast, tra gli altri, Marco Giallini, Isabella Ragonese, Ernesto D’Argenio, Claudia Vismara e Francesca Cavallin. Nell’episodio di oggi (titolo: Castore e Polluce), Schiavone si ritrova a indagare su un doppio caso. Da un lato, la morte di un rocciatore alle prime armi; dall’altro, il ritrovamento di una mummia sopra la bara di una nobildonna. Lo sportivo è precipitato durante un’escursione con i due soci del suo studio di architettura. Il cadavere, invece, è stato casualmente rinvenuto disseppellendo la tomba. Con l’aiuto della squadra, il vicequestore avvia due indagini parallele. Il presunto incidente è in realtà un omicidio, premeditato da qualcuno di molto vicino all’alpinista.

LE SOLUZIONI AL CASO

Per incastrare i colpevoli, Schiavone e Pierron tendono un agguato ai due soci. Nel frattempo, i medici legali si occupano della salma. Determinanti le testimonianze dei parenti, che agli inquirenti raccontano vita, morte e miracoli della donna in questione. Il giallo del cadavere si avvia alla conclusione: quando, finalmente, gli inquirenti scopriranno l’identità del defunto, Schiavone e Rispoli entreranno in contatto con una famiglia alquanto strana. Si tratta di persone indigenti, disposte a tutto pur di non morire di fame. La terza puntata di Rocco Schiavone è tratta da Turisti in giallo, pubblicato nella collana La memoria nel 2015 (Sellerio Editore). L’ambientazione è quella di una Pasqua fredda, almeno quanto le montagne valdostane che inghiottono il morto di turno.