Considero Christopher Nolan uno dei più geniali registi viventi. Spielberg ha già dato in tutti i campi, Nolan può dare ancora molto. Direte che il trittico su Batman, Inception, L’uomo d’acciaio e Interstellar lo catalogano come esperto di pellicole fantascientifiche e kolossal, ma non è solo così. Lo seguo dal 2000, quando ha portato sugli schermi Memento, un film che ha un’idea e una scrittura che stupisce e che quando l’ho visto mi ha fatto dire: che idea meravigliosa! Prima o poi ve ne parlerò.
Nolan, oltre che dirigere, produce e così ha mano libera soprattutto per scrivere le sceneggiature e in Dunkirk, come in Memento, si è visto. Poteva essere una rievocazione di guerra con gli inglesi che scappavano da Dunkerque durante la Seconda guerra mondiale (giugno 1940), ma Nolan ha invece pensato di dare tre linee narrative e temporali: la terra in una settimana, il mare in un giorno e il cielo in un’ora. Tutto comunque incrociato continuamente.
Si parte dalla terra con Tommy che si ritrova sulla spiaggia francese con le migliaia di commilitoni che stanno aspettando di evacuare. Con un altro soldato, che poi si scoprirà essere francese, s’improvvisano barellieri, ma la nave viene affondata sul molo. Salgono su un’altra nave, ma vengono affondati, si ritrovano con altri soldati nuovamente in spiaggia e si rifugiano su una barca arenata. Vengono presi di mira dai tedeschi, l’alta marea riesce a portare al largo la barca che sforacchiata affonda. I soldati si gettano in acqua e vengono salvati da un peschereccio inglese.
E ora passiamo al mare. Winston Churchill tenne la maggior parte delle navi e degli aerei da guerra in Inghilterra per controbattere una futura invasione germanica. Furono perciò sensibilizzati i proprietari di navi civili per aiutare le operazioni di soccorso. Su una di queste capitanata da Dawson, c’è suo figlio Peter con l’amico George. Salvano un soldato attaccato alla chiglia di una nave capovolta, che, sotto shock, quando scopre che la barca sta andando in Francia litiga con George, che batte la testa e si ferisce in modo grave e poi morirà. Sarà questo peschereccio a raccogliere poi i soldati di terra.
Veniamo al cielo. Gli Spitfire sono pochi ma combattono da indiavolati per coprire la ritirata. Uno di questi viene abbattuto e compie un ammaraggio. Qui abbiamo una sequenza da terrore, con il pilota che non riesce a uscire dall’abitacolo mentre l’aereo affonda. La scena si incrocia con la seconda nave che sta affondando dove abbiamo Tommy e gli altri sodati che cercano di salvarsi. Il pilota verrà anch’egli salvato dal peschereccio di Dawson, mentre l’aereo pilotato da Tom Hardy continuerà a sorvolare Dunkerque per difendere la costa finché non resterà senza carburante, atterrerà sulla spiaggia e i tedeschi lo cattureranno.
Alla fine grazie alle migliaia di navi e barche private si salvarono, contro ogni aspettativa 335.000 soldati. L’idea temporale con l’evacuazione vista da tre posizioni diverse è geniale. Chiaramente Nolan mette in risalto per ciascuna linea l’umanità dei protagonisti: uomini che vedono la morte dei commilitoni, le loro paure, il loro terrore, la speranza di restare vivi, la forza inaspettata.
Tutto questo è evidente dagli sguardi e dai volti. I dialoghi sono volutamente ridotti al minimo, forse quello che parla di più è il comandante della Marina Inglese, Bolton, interpretato da Kenneth Branagh. Colpiscono gli occhi di Tommy e dei soldati con i visi sporchi di nafta e quelli del pilota Tom Hardy che è eloquente nella sua mimica facciale durante gli scontri aerei e il cui volto lo vedremo solo quando verrà catturato.
I tedeschi non si vedono quasi mai, scelta voluta per far capire che sono i protagonisti a vedere lo svolgimento dell’azione e della storia. L’incrociarsi delle varie situazioni è sempre in crescendo, con un vertice di tensione, tipico dei film di Nolan
Passiamo ora alla parte tecnica. Il film va visto al cinema in IMAX, perché il regista lo ha girato in questo formato e con pellicole di grande formato, 65 mm., questo non è un vezzo di Nolan, ma una battaglia di questo tipo con inquadrature in totale di mare, di cielo e di spiaggia, non potevano che essere riprese al meglio con una panoramica e una definizione massime.
Nolan era dalla fine degli anni’90 che voleva realizzare questo film e ha voluto che tutto fosse vero, ha rappresentato la realtà non utilizzando effetti al computer o riprese in green screen, ma solo effetti visivi. Esempio. Nel combattimento aereo vediamo il nemico davanti e lo Spitfire che ondeggia prima a sinistra e poi a destra. Nolan ha poi fatto le riprese del volto in primo piano del pilota su una piattaforma che ondeggiava con un pezzo di cabina e fusoliera. Anche per le riprese subacquee è andato poi in una grossa piscina riprendendo i soldati che cercavano di uscire dallo scafo. Il fuoco sul mare era vero e qui c’è stato un grosso lavoro di sincronia per riprendere dall’aereo e dalla barca di Dawson.
Gli Spitfire erano veri e volavano a 300 km/h, perciò hanno dovuto montare la cinepresa IMAX su un aeromobile che andasse alla stessa velocità e hanno utilizzato delle ottiche che si muovevano. Eccezionale.
Comunque per saperne di più andate a vedervi i contenuti speciali del DVD, ne vale proprio la pena.