Undici anni fa moriva Luciano Pavarotti, distrutto e divorato dal tumore al pancreas. Il tenore, acclamato in ogni dove del mondo, agli esordi del suo successo fu molto aiutato dalla sua prima moglie, Adua Veroni con cui visse per 41 anni. La donna, perlopiù rimasta all’ombra di Luciano Pavarotti, ha vissuto una vita per il suo uomo a cui ha donato tre figli, Lorenza, Cristina e Giuliana. Adua Veroni ha sempre voluto tenere per sé i suoi ricordi legati a Pavarotti, ma oggi ha voluto ricordare il suo ex marito per il quale, allora, si trasformò anche in agente e talent scout. “Da una vita normale allo star system: essere moglie e agente di Luciano Pavarotti, non è stato semplice”. Adua ricorderà il tenore durante un convegno “Luciano Pavarotti, le ragioni di un mito”, organizzato dall’amico Stefano Gottin e che si terrà sabato 8 settembre a Palazzo Mantani Antaldi alle 17.15.



L’ARRIVO DI NICOLETTA

La vita di Adua Veroni non è stata così semplice, come si potrebbe pensare. Ricoprendo il ruolo di agente ha dovuto lei stessa dedicarsi a tutti gli impegni del marito. “Mi ha travolto la vita. Ho dovuto rispondere a lettere dei fan: ho ancora in soffitta bauli pieni di quelle corrispondenze. Ho risposto a tantissime telefonate di agenti e teatri di tutto il mondo, anche in piena notte per via dei fusi orari. Quante valigie ho fatto e sfatto in tanti anni di tournée e concerti”. Questa vista così frenetica, poi, piano piano, ha influito sulla loro relazione e sul loro matrimonio: “Eravamo sempre in mezzo a tante persone. Non c’era un attimo di intimità. La privacy non sapevamo più cosa fosse. Poi è arrivata Nicoletta Matovani ed è stato un periodo difficile per la mia vita. È stato un brutto colpo e per qualche aspetto anche il completamento di una trasformazione di Luciano. Era diventato un mito e lo sapeva”.

L’AMORE PER PESARO

Così il matrimonio tra Adua e Luciano terminò. Lui poi, il tenore, ha riiniziato una nuova vita insieme a un’altra donna. “Era cambiato irrimediabilmente”, ha spiegato Adua Veronesi a il Resto del Carlino. Solamente negli ultimi anni della malattia Adua tornò a frequentare Pavarotti: “Mi ha ricercata e io, per quel che ho potuto, gli sono stata vicino”. La città di Pesaro è stato il luogo in cui i due hanno trascorso gli attimi più belli: “Luciano amava Pesaro e la sua casa sul San Bartolo. Dal 1972 non ci siamo più mossi e abbiamo passato gran parte delle estati e dei suoi periodi di riposo qui. La nostra casa era sempre piena di amici con la tavola imbandita. A Luciano piaceva così”.

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