Dori Ghezzi è, sulla carta, il personaggio più improbabile che avrebbe potuto diventare la compagna di Fabrizio De André. Cantante pop interprete di brani sciocchi come Casatschok e poi una collaborazione con il cantante Wess in un duo di brani da classifica, apparentemente Dori Ghezzi (nata a Lentate sul Seveso, il 30 marzo 1946) era agli antipodi del cantautore impegnato genovese, ma il suo repertorio non significa che fosse una donna sempliciotta come le sue canzoni. E poi era anche molto bella. Dopo aver attraversato la fine degli anni 60 e metà dei 70 nel mondo televisivo della canzone pop, tra Sanremo e Canzonissima, conosce Fabrizio De André (dopo una relazione con il calciatore Gianni Rivera). I due avranno nel 1977 una figlia insieme, Luvi, poi anche Dori subirà la drammatica esperienza del rapimento durato ben quattro mesi. Continua però a pubblicare dischi, brani un po’ più impegnati dal sapore cantautorale, come Mamadodori dedicato alla figlia e nel 1983 la bella Margherita non lo sa con la quale si piazza terza al festival di Sanremo.
DORI GHEZZI, TRA SANREMO E CANZONISSIMA
I due fondano anche una casa discografica, la FaDo (Dalle iniziali di Fabrizio e Dori): “Per quanto riguarda mia moglie posso dire, da parte mia, che insieme a lei riesco a costituire una società perfetta, che non ha bisogno di alcun intervento esterno“, è la dedica di Faber a Dori, raccolta con altri scritti dell’artista nel volume “Sotto le ciglia chissà“. Nel 1987 torna ancora a Sanremo mentre nel 1989 finalmente si sposa con De André dopo oltre 15 anni di convivenza. Un problema alle corde vocali la costringe nel 1990 ad abbandonare la carriera musicale. Dopo la morte del marito si è dedicata all’amministrazione del suo patrimonio artistico e si dedica alla Fondazione Fabrizio De André Onlus coadiuvata dal Centro Interdipartimentale di Studi Fabrizio De André presso l’Università degli Studi di Siena, con cui organizza diverse manifestazioni per l’approfondimento del lavoro del marito. Nel 2009 muore anche il suo ex compagno artistico Wess che ha ricordato così: “Ricordo il periodo insieme come uno dei più belli e divertenti del mio lavoro. Era una persona squisita, un artista e un bassista forse neppure conscio delle sue grandi possibilità. Se posso definirmi una professionista lo devo a lui; da lui ho imparato il mestiere, lui era l’artista, io la corista”.