Siamo arrivati a un punto di non ritorno. Siamo oltre. Fino a oggi era diventato normale, accettato, anzi incoraggiato dai medici l’aborto in caso di un feto che, dall’esame ecografico, risultasse avesse un qualche “handicap”, adesso si tocca un livello ancora più censorio. Se in paesi come l’Islanda non nascono più bambini Down, è perché vengono abortiti in massa. Stessa cosa succede nel Regno Unito, dove i bambini Down che sono nati negli ultimi dieci anni sono diminuiti di oltre la metà. Per non parlare poi dei paesi dove è legale l’eutanasia, dove si può tranquillamente far morire chi soffre di depressione o di problematiche che non hanno necessariamente la morte come unica motivazione. Mentre la legge sull’eutanasia prevede che solo chi non ha speranza di sopravvivere può richiederla. Ma è stata aggiunta la possibilità di farlo se “le sofferenze fisiche” sono insostenibile. Il caso di Annalisa Minetti ci porta oltre. Ci porta al giudizio di condanna nei confronti della madre con “handicap”, cioè si vorrebbe vietare il mettere al mondo figli a prescindere dalle condizioni del figlio. Aborto preventivo. Una donna cieca che “osa” mettere al mondo un figlio “è una persona piena di sé”. Si permette di fare “cose oltre la normalità solo per apparire normale”. “E che vita avrà quella bambina con una mamma “cieca”?” si è scritto sui social alla notizia che la cantante, che ha già un figlio di 10 anni da un precedente matrimonio, ne ha avuta una seconda dieci mesi fa.



MAMMA DISABILE

Una donna cattiva, egoista. Il punto vero, esattamente come nell’abortire dei figli disabili, è che quello che si vuole evitare, nascondere, censurare, è la diversità. Dice infatti quella persona: “fare cose oltre la normalità per apparire normale”. Ebbene, ci dicano, che cosa è la normalità. Ciò che non disturba il nostro quieto vivere. Ciò che significa fatica. E’ un mondo che sempre di più sta facendo piazza pulita del diverso, quando la vita stessa “è diversa”: nessuno è uguale a un altro, per natura. Ma l’omologazione di massa è quella realtà verso cui ci stiamo dirigendo. Un mondo di persone senza un Io, senza una propria caratteristica, una propria capacità di amare, a prescindere. Un po’ come cantava John Lennon nella sua Imagine: un mondo senza alcuna personalità. Infine c’è da osservare che questi attacchi esprimono un’altra terribile tragedia: quella della solitudine. Certamente la Minetti non può fare la mamma da sola, nelle sue condizioni. Ma per la gente questa è la realtà: la solitudine. E l’invidia per chi invece ha costruito nella sua vita una rete di rapporti e di relazioni. “Con il mio cuore vedo meglio che con gli occhi” ha detto lei. Ci crediamo. Ps: perché nessuno attacca e critica Andrea Bocelli, cieco e padre di famiglia? Ma perché lui un uomo, e l’uomo può e deve fare quello che vuole.

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