Il Festival di Sanremo 2019 deve ancora iniziare ma non mancano le polemiche: le dichiarazioni di Claudio Baglioni sui migranti hanno sollevato il polverone, con il direttore di Rai 1 che ha messo nel mirino il conduttore e direttore artistico. Ma non solo: l’artista, che sarà affiancato da Claudio Bisio e Virginia Raffaele, deve fare i conti con le stilettate di Tony Renis, cantautore e direttore artistico della kermesse ligure nel 2004. Ecco le sue parole ai microfoni di Adnkronos: «Claudio Baglioni è mio amico, ho grande stima di lui, però le affermazioni sui migranti sotto i riflettori del festival le avrei evitate». Prosegue Elio Cesari: «Così come al suo posto avrei ammesso di aver copiato dal mio Sanremo almeno tre idee: l’eliminazione dell’eliminazione, il rap in gara e la serata cover, che però ha copiato male, costringendo gli artisti a rendere cover i brani in gara».
TONY RENIS, FRECCIATINA A CLAUDIO BAGLIONI
L’autore di “Quando quando” e “Grande grande grande” ha proseguito a Adnkronos: «Tutti a osannare la grande idea di Baglioni di eliminare l’eliminazione della gara ma la prima volta che Sanremo non ha mandato a casa nessuno è stato nell’edizione da me diretta. Così come grida alla meraviglia per Achille Lauro in gara si scorda che il primo rapper in gara a Sanremo, Er Piotta, lo portai io già nel 2004». Idee copiate, ma anche non nel migliore dei modi secondo Tony Renis: «Una sola cosa però Baglioni ha copiato male: la serata delle cover, pure questa introdotta per la prima volta da me. Non si può proporre la cover di un brano nuovo in gara. A che serve, se ancora non si conosce nemmeno l’originale. Mentre negli anni le cover d’autore avevano portato enorme fortuna al festival e agli artisti. Cito un solo caso: la cover di ‘Se Telefonando’ interpretata da Nek ha ridato slancio a tutta la sua carriera».