Premio Oscar 2016 per la sua interpretazione in La La Land, Emma Stone ha solo 30 anni ma è considerata uno dei punti di riferimento del cinema americano. Un talento puro, in scena già da 15 anni e che torna protagonista in sala in Italia da giovedì con La Favorita, il nuovo film di Yorgos Lanthimos. Presentato al Festival di Venezia 2018, il film è ambientato nel XVIII secolo e racconta lo scontro tra l’assistente della regina Anna e la nuova arrivata a corte, Abigail Masham interpretata dalla Stone. Ecco le sue parole a Io Donna: «Riuscire a ingraziarsi la monarchia, scalare la gerarchia, trovare un protettore, allora era questione di vita o di morte. Abigail è certamente una manipolatrice, ma io capisco perché lo fa. E non la biasimo». Sul parallelo tra la corte inglese e Hollywood: «Sono certa che anche nel mondo del giornalismo valgano le stesse regole. Non avevo pensato fino a oggi alla metafora hollywoodiana, ma capisco che cosa intende. Il mondo in cui mi trovo è molto duro, è vero, ma io sono stata fortunata…».
EMMA STONE: “IL #METOO CI HA MOSTRATO LA VIA”
Emma Stone è entrata prestissimo nell’Olimpo del cinema, lei che ha iniziato questo mestiere ad appena 15 anni: «Adesso so che, anche se so che voglio fare questo lavoro per tutto il resto della vita e sono grata per quello che ho raggiunto, non è la cosa più importante che ho. La mia famiglia e le persone che amo stanno più in alto nella gerarchia. Ricordo ancora vivido il dolore quando venivo scartata alle audizioni, la paura che avevo di non riuscire, ma allo stesso tempo mi è chiaro che quello che faccio è “solo” recitare, non salvo la vita di nessuno. Se fossi un’attrice in un piccolo teatro cittadino o se postassi i miei video su youtube farei comunque quello che amo». L’interprete di Scottsdale poi aggiunge: «Se è vero che gli uomini devono accettare il cambiamento, è altrettanto vero che le donne devono trovare la propria voce. Dobbiamo essere più sicure di noi stesse: #Meetoo va in quella direzione. Io sto ancora cercando la mia voce: forse perché sono stata educata così, ma non mi sono ancora liberata della mia insicurezza. Mentre vorrei essere nella posizione di parlare con grande scioltezza anche in una stanza piena di uomini. O quando si accende un registratore. Sto ancora cercando di capire come si fa. Il più delle volte mi assale la paura».