Vladimir Luxuria è arrabbiata per le polemiche che ha provocato la sua partecipazione al programma “Alla Lavagna” su Raitre. C’è Mario Adinolfi che ad esempio l’ha accusata di aver parlato di ideologia gender ai bambini, ma per l’ex deputata non esiste perché «si nasce etero, come si nasce gay e si nasce trans» e quindi non è possibile «trasformare un bambino etero in gay, anche perché non sarebbe possibile». L’obiettivo di Vladimir Luxuria, che è intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus, era far capire che «quegli adolescenti, che già sono gay e già sono trans, possano vivere una vita degna, non debbano subire quelle angherie, quegli insulti, quelle botte che ho dovuto subire io. E che non debbano desiderare di lasciare gli studi, anche se a loro piace andare a scuola, perché non ne possono più di vivere in un clima di bullismo». Era questo dunque che voleva insegnare. «Purtroppo i commenti beceri, dichiarazioni infondate, fake news, stupidaggini possono incidere su un bambino, al quale può essere insegnato il pregiudizio e l’omofobia, perché un bambino non nasce omofobo».
VLADIMIR LUXURIA A MARIO ADINOLFI: “IGNORANTE, CAMPA SULL’OMOFOBIA”
Per Vladimir Luxuria le critiche per la sua partecipazione alla trasmissione “Alla Lavagna” nascono dal fatto «che io sia una trans che parla coi bambini», e quindi «hanno visto questa cosa come un qualcosa di negativo». A Radio Cusano Campus l’ex deputata ha duramente attaccato Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia: «Fonda la sua esistenza sull’omofobia. Ne ha fatto un motivo di vita». Ma le sue critiche non la fermeranno: «Continuerò a cercare di andare nelle scuole e a parlare di bullismo. Non mi tapperete mai la bocca». E ad Adinolfi replica: «Continua a dire che la puntata è stata trasmessa in prima serata, e invece è andata in onda di sabato in seconda serata, a dimostrazione che è un ignorante, nel senso che ignora quello di cui parla. Non avrà neppure visto la trasmissione». Una cosa è certa: vuole continuare a combattere contro il bullismo, con l’esperienza di chi lo ha vissuto sulla propria pelle. «C’è un clima di chiusura incredibile. E allora apriamo le finestre, apriamo i cuori, apriamo le menti».