Oramai il vostro vecchio Yoda dovrebbe smetterla di scommettere con se stesso, perché vince sempre facile. Dopo aver guardato con molto stupore la prima serata (e nemmeno tutta) dedicata ad Adrian, il tanto strombazzato cartoon di Adriano Celentano, si è detto: “Stasera farà un buon ascolto, soprattutto per via della curiosità suscitata per settimane con ogni mezzo. Ma domani farà molto meno”. E infatti, ci sono stati quasi 6 milioni di spettatori la prima sera, ma circa 2.900.000 la seconda per il cartone animato, giusto un milione in più per “Aspettando Adrian”, inoltre capace di scontentare quelli che si aspettavano qualcosa dal Molleggiato. Che si è invece limitato a tacere e ad ascoltare battute semplicemente imbarazzanti messe in bocca al povero Frassica.



Ecco, cominciamo a parlare dei testi del segmento “Aspettando Adrian”. Di questo sarebbero capaci i giovani autori della Scuola Holden? Battute da oratorio di provincia, ma di quelli di quaranta anni fa. “Non sa cantare, non sa ballare, quindi è perfetta per la TV”. Ma è mai possibile? Adesso si capisce perché professionisti come Teo Teocoli, Michelle Hunziker e Ambra Angiolini si siano defilati in corso d’opera fiutando il disastro per la drammatica improvvisazione vista durante le prove.



Quello che ci siamo dovuti sorbire è stato francamente insopportabile: grandi artisti come Manara e Piovani scomodati per ammollarci poi la solita insalata oramai ammuffita da anni, un intruglio di datate invettive ambientaliste, di critiche alla cementificazione, con una spudorata e invereconda imitazione di Batman e di tutti i supereroi che nel frattempo si sono succeduti sullo schermo.

Ma possibile che a Mediaset nessuno guardi cosa passa sulle pay tv, se vogliamo parlare di fantasie distopiche? Nessuno che sia capace di immaginare quale enorme distanza ci sia, ad esempio, tra Black Mirror, Westworld, Altered Carbon, giusto per citare solo alcune serie, e questo presuntuoso raccontino di un ex-grande che ora festeggia con enorme improntitudine i suoi 81 anni trasformandosi nell’ombra di se stesso, vale a dire un povero trombone che si fa annunciare da colpi di tuono credendo di essere un dio?



E qui Yoda non può fare a meno di notare una drammatica somiglianza con un altro personaggio che si autodefinisce l’Elevato, Beppe Grillo. Mentre tutti e due finiscono per assomigliare terribilmente all’eccelso Mago Otelma, che nessuno ha mai capito se ci fa o ci è. Ma il re, o il dio – che dir si voglia – oramai è nudo, perché già qualche critico dei giornaloni che hanno contribuito a creare la grande aspettativa, si è finalmente lasciato scappare: “Una partenza da lasciare storditi”, “Un caso mediatico che è un raggiro: una sòla”, “Celentano ha fregato tutti, con Adrian che fa acqua da tutte le parti”, “Un manifesto di nonsense… trama labile… dialoghi criptici”. Meglio lasciar perdere poi i commenti che girano in rete, dove in molti si sono lasciati andare a veri e propri insulti, mentre un po’ di femministe hanno strillato contro le battute e le visioni sessiste del Molleggiato.

Fanno (non si sa se più tenerezza o pena) quelli che lo difendono a oltranza, rifugiandosi nella memoria di un tempo che fu, come ragazzini mai cresciuti che ritengono ancora “Il tuo bacio è come un rock” e “Il ragazzo della via Gluck” una coraggiosa critica al sistema. Dimenticando che da allora è passato ben di più di mezzo secolo e dopo una serie di altre belle prove canore e musicali, Celentano ha solo dimostrato di essere capace solamente di ripetersi all’infinito, seguendo la massima di Moretti “Mi si nota di più se non vado?”. Peccato che quando è apparso, o appare, le sue pause abbiano rotto, che il suo pensieroso grattarsi il mento – che sembrerebbe presagire la pronuncia di chissà quale sentenza – sia solo un modo per nascondere che di pensieri in quella testa ne sono rimasti pochi, e per di più sempre gli stessi.

Come se non bastasse, secondo alcune indiscrezioni, il nostro se ne sarebbe andato dallo studio di Mediaset furioso per le critiche che cominciavano ad arrivare sui social. Furioso per lesa maestà: com’è triste vedere un grande che non sa invecchiare, e che soprattutto non si sa rinnovare. Un vecchio ex-grande che paradossalmente piace solo a quei giovanotti palesemente ignoranti oggi al potere, capaci di strumentalizzare un nonno come il povero Banfi includendolo in una commissione dell’Unesco che non conta nulla. E c’è pure un altro sedicente eletto, promosso proprio da loro: è Carlo Freccero, che pensa di rinnovare la programmazione di RaiDue mandando in onda spezzoni della vecchia tv o difficili opere d’arte come “Ultimo tango a Parigi”, giusto per riesumare un vecchio scandalo pur di attirare l’attenzione. E che non a caso, poco tempo fa – se Yoda ricorda bene – ha detto che sognava di fare un nuovo programma proprio con Celentano. Ecco, questo è quanto ci passa oggi il convento grillino.

Repetita iuvant: sembra proprio di essere dentro un grande Truman Show. Non resta che sperare che sia solo un brutto sogno, augurandoci di risvegliarci prima possibile.