Fabrizio Bracconeri a “ItaliaSì” per lanciare un appello alle istituzioni riguardo la legge sul “Dopo di noi”, cioè le disposizioni sull’assistenza dei disabili che non hanno sostegno familiare. L’ex volto di Forum ritiene che non sia sufficiente, perché le strutture in questione non hanno il personale sufficiente per assistere le persone con gravi disabilità. «Chiedo alle istituzioni di aiutarci e di aiutare questi disabili quando i loro parenti non ci saranno più. Servono tre persone per badare a lui, una ogni otto ore». Il riferimento è al figlio Emanuele, che soffre di autismo. «Noi viviamo un problema gravissimo. Mio figlio non parla, non è autonomo, ha 18 anni e porta ancora il pannolone. Mio figlio avrà un anno e mezzo per tutta la vita. Le famiglie come la mia sono distrutte». Fabrizio Bracconeri ha parlato della vita problematica della sua famiglia e di tutte quelle che hanno un disabile grave: «Lui tutto sommato sta bene perché è assistito, ma i problemi sono delle famiglie. Noi ci sentiamo abbandonati». Bracconeri parla delle difficoltà quotidiane delle famiglie, oltre che di quelle economiche, perché spesso le strutture in grado di aiutarli sono molto lontane. Una testimonianza l’ha data anche Rita Dalla Chiesa, che ha lavorato con Bracconeri a Forum. «Io conosco benissimo le sue problematiche e conosco suo figlio Emanuele. Ho lavorato tanti anni con lui. Lui rideva e scherzava, ma sapevo dei suoi problemi. Veniva in trasmissione sempre col sorriso, mentre Monica lasciava la macchina dove poteva per portarlo in braccio al Bambino Gesù… E i vigili intervenivano, quindi manca anche una certa solidarietà». E poi ha concluso: «L’autismo ha diversi step, quello di Emanuele forse è quello più grave. Credo che il suo appello vada ascoltato». (agg. di Silvana Palazzo)



Fabrizio Bracconeri a Italia Sì

Fabrizio Bracconeri e il figlio autistico. L’attore è tra gli ospiti della nuova puntata di “Italia Si“, il programma condotto da Marco Liorni nel pomeriggio di Rai1. Durante l’appuntamento settimanale a salire sul podio saranno diversi personaggi del mondo dello spettacolo tra cui anche Fabrizio Bracconeri che condividerà con il pubblico la storia del figlio Emanuele affetto da autismo. Si affronterà così un tema molto delicato ed attuale che il protagonista del telefilm cult “I ragazzi della terza C” ha vissuto (e continua a vivere) in prima persona. L’attore durante un’intervista rilasciata a Vanity Fair ha parlato a cuore aperto del figlio: “Mio figlio Emanuele ha 14 anni, ma è come se fosse appena nato”.



Fabrizio Bracconeri figlio: “rimarrà per sempre un bambino appena nato”

L’attore protagonista de “I ragazzi della terza C” e volto noto di “Forum” ha confidato a Vanity Fair di aver scoperto molto presto con la moglie che qualcosa non andava nel piccolo Emanuele: “Abbiamo scoperto che c’erano problemi subito, dopo neanche un mese di vita. Un ritardo psicomotorio e mentale e poi abbiamo saputo che era anche autistico”. Una prospettiva di vita davvero difficile quella di Emanuele “che rimarrà per sempre un bambino appena nato. Che avrà dieci giorni per tutta la vita” come ha raccontato il padre. Fabrizio Bracconeri ha raccontato quanto sia difficile vivere e stare dietro ad un bambino affetto di autismo. “Dopo 14 anni sappiamo capire se vuole mangiare, se vuole dormire, se vuole starsene da solo. Se lui si mette sul divano e tu ti metti dall’altra parte, non vuole e si sposta” ha raccontato per esempio. Sono tante però le cose che Emanuele non può fare: non può prendere un aereo, non può andare ad un cinema o al circo.



Fabrizio Bracconeri: “grazie a Mediaset”

Una situazione davvero difficile quella di Fabrizio Bracconeri che durante l’intervista ha ringraziato Mediaset, l’azienda che gli ha dato la possibilità di lavorare e mettere così dei soldi da parte per poi dedicarsi al figlio. Nessun aiuto o supporto da parte dei parenti fa intendere dichiarando: “La famiglia siamo io, mia moglie e i miei figli. I primi che fuggono sono i parenti. E lo stesso vale per gli amici. Anche perché lasciare un bambino con queste problematiche a una persona non esperta è una responsabilità infinita. Ci vuole una persona specializzata”. L’attore poi lancia un vero e proprio appello allo Stato chiedendo: “maggiore organizzazione. Prenda i finanziamenti. Dovrebbero essere distribuiti direttamente alle famiglie, anziché alle associazioni e cooperative. L’85-90% di queste cooperative ci guadagnano, si tengono i soldi. Su 100 associazioni, ne andrebbero abolite”. Non solo, gradirebbe che si parlasse molto di più di questo tema, anche se è consapevole che in televisione si è interessati solo all’ascolto: “in tv interessa solo l’audience”.