Elena Ottolenghi,
protagonista a Le Ragazze, sarà uno dei volti delle Leggi Razziali, che nel ’38 italiano metterà al bando qualsiasi bambino ebreo dalle scuole nazionali. Un’ombra che la renderà solitaria, esclusa e allontanata da amiche e maestra. Un dispiacere che si unirà alle sofferenze di quel periodo e che si porterà dietro tutta la vita. “Avrei dovuto entrare in quarta elementare“, racconta infatti in radio a Un giorno nella storia d’Italia, parlando di quella fase iniziale che precederà le deportazioni volute da Mussolini. “Ricordo solo una grande indifferenza”, dice parlando delle compagne dell’epoca, che sembreranno svanire nel nulla nella sua vita. Solo diverso tempo dopo scoprirà da una ex compagna di classe che è stato imposto a tutti di non parlare di quelle ragazzine scomparse dalla classe, per paura di ritorsioni. “Questa vicenda mi ha segnato profondamento”, conclude parlando di quella fiducia che le verrà strappata via proprio in quel momento, quando crederà che a nessuno importi davvero del suo destino. Clicca qui per ascoltare l’intervista ad Elena Ottolenghi.
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Elena Ottolenghi, Le Ragazze: essere una bambina ebrea ai tempi delle Leggi Razziali
La terza elementare sarà l’ultima classe frequentata da Elena Ottolenghi, bambina ebrea al tempo delle Leggi razziali oggi ospite a Le Ragazze. Ama la scuola quella bambina di appena nove anni, tanto che non comprende come mai le venga detto di non entrare nell’istituto durante alcuni grandi eventi, come una premiazione in cui avrebbe dovuto ricevere un riconoscimento per i suoi personali risultati scolastici. Un premio che le verrà consegnato dalla bidella all’esterno della struttura, mentre Elena si trova con tutti gli altri bambini ebrei, confinata. La deportazione in quel momento non è nei pensieri della giovane Elena, che si renderà conto del suo significato solo poco dopo, quando assisterà ai bombardamenti di Torino ed inizierà a sentire la forte paura di essere tradita da qualcuno. Al fianco della sua famiglia, riuscirà a trovare la salvezza solo grazie a tanti amici che li aiuteranno a nascondersi in una baita di montagna. “Vi incito a non obbedire sempre”, dice a distanza di diversi decenni ai ragazzi delle medie di Grugliasco, riferisce il sito torinese Pagina. A soli quattordici anni, Elena capisce di non poter rimanere nascosta per sempre e decide di infrangere una regola del padre per procurarsi dei documenti falsi validi per tutta la famiglia. Ad aiutarli saranno anche tanti conosciuti, quelli che definisce oggi “i giusti della Nazione”, come un commissario di Polizia che li avvertirà di un controllo e di come ottenere una radio senza essere visti.