Sullo speciale de “Le Iene” dedicato alla strage di Erba sta andando in scena un acceso dibattito. Selvaggia Lucarelli contesta l’operazione portata avanti dal programma di Davide Parenti, ma non è l’unica. Anche Vanity Fair è andato all’attacco del revisionismo tentato dalla trasmissione con una sorta di contro-processo mediatico. “La televisione non è un tribunale, il pubblico non costituisce una giuria. E i modi de Le Iene, così lontani dal garbo di Franca Leosini, spesso, creano pericolosi fraintendimenti”, scrive Claudia Casiraghi. Duro l’attacco al prodotto realizzato da Antonino Monteleone: «Ignoranza non equivale a stupidità e il fatto che un essere umano non sappia leggere non gli assicura l’anima linda. Un’opinione personale, per quanto autorevole, non può essere spacciata per una verità processuale, né può essere urlata in televisione perché lo show assurga a trending topic. Cosa, questa, che non è successa». La giornalista del Fatto Quotidiano, invece, si concentra su un altro aspetto: le ripercussioni che questo revisionismo ha per la famiglia Castagna, presa di mira sui social dopo la puntata.



LA STRAGE DI ERBA E IL REVISIONISMO DELLE IENE

«Dopo il servizio de #leiene con pesanti insinuazioni su Pietro Castagna, figlio fratello zio delle vittime della tragedia di Erba, oggi Pietro Castagna si è svegliato così. Con il popolino che ora lo vede come un assassino. In un paese civile questo programma andrebbe chiuso ora». Selvaggia Lucarelli attacca duramente “Le Iene” dopo il servizio sulla strage di Erba e il tentativo di gettare ombre sulle condanne all’ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi. «Non capisco il peso indiziario di una panda regalata alle suore, di una multa presa, di una sim da comprare in compagnia della segretaria, di una telefonata a un amico. Queste cose vanno in onda per buttare merda su una vittima. Chi ripagherà pietro di questo? #leiene», ha scritto in un altro tweet la giornalista del Fatto Quotidiano. E pure Erba insorge: il sindaco Veronica Airoldi ha duramente attaccato il programma. «Non ho guardato la trasmissione, ma trovo veramente vergognoso che dopo tre gradi di giudizio si torni a parlare di questi eventi. Conosco personalmente la famiglia Castagna: sono bravissime persone, toccate da un dolore profondo e inspiegabile. Credo che ora si sia passato il segno».



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