Amber Heard nelle sale dal primo gennaio con la pellicola dal titolo “Acquaman”, ha avuto modo di recitare al fianco di Jason Mamoa, attore molto amato dal pubblico specie per le interpretazioni di Ronon Dex nella serie Stargate Atlantis e quello di Khal Drogo ne Il Trono di Spade. Per l’attrice questo è il primo film importante dopo la fine del suo matrimonio con Johnny Depp, nel 2016, tra accuse di violenza domestica e botta e risposta tramite i tabloid. Lui ha tirato fuori 7 milioni di dollari che lei ha donato all’American Civil Liberties Union (ACLU), a difesa dei diritti umani, e al Children’s Hospital di Los Angeles. “Ma sostengo la ACLU da quando avevo 16 anni”, ha immediatamente chiarito. E sul suo ruolo al cinema, confida di amare i personaggi femminili forti, tosti e indipendenti che vivono di vita propria e non sono lì per supportare il maschio di turno: “Peccato che nel mondo dello spettacolo, ma a dire il vero non solo in quello, c’è sempre stata penuria di figure come queste. Non sa per quanto tempo ci sono rimasta male, ma in fondo era questione di tempo. Le cose stanno cambiando e ne sono molto contenta”, ha raccontato raggiunta da IoDonna.it.



Amber Heard, dalla bisessualità al movimento #MeToo

Amber Heard, ha raccontato di volere fare solamente scelte impegnate, considerandola una responsabilità radicata in lei. “La fortuna di questo mestiere è che mi offre una piattaforma importante, ma io ho il dovere di dare qualcosa in cambio. Parlare di giustizia, fare in modo che i miei ruoli abbiano un impatto… è il minimo che io possa fare”. Proprio per questi motivi, nel 2010 ha dichiarato pubblicamente la sua bisessualità e la relazione d’amore con la fotografa Tasya Van Ree: “L’essere bisex veniva considerato un tabù. Ma tacere riguardo a qualcosa significa ammettere sotto sotto che quella cosa è sbagliata. Io però sapevo che non era così. Allora ho raccontato di me, per descrivere la realtà in modo veritiero e offrire ai giovani qualcuno in cui riconoscersi, visto che quelli della mia generazione erano cresciuti senza alcun modello di riferimento. Chissà che grazie a me qualcuno si sia sentito meno inadeguato”. Grande sostenitrice del movimento #MeToo, confida sul cinema di sentire la mancanza di donne dietro la macchina da presa e salari uguali per tutti.

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