Isabella Rossellini torna a raccontare quando fu allontanata dalla Lancome di cui era testimonial. La nota attrice ha parlato ai microfoni de La Repubblica, specificando: “Dopo che fui allontanata dalla Lancome mi sentivo smarrita. Lasciai così New York per andare a vivere in campagna. nella vicina università avevano appena istituito un corso di etologia, non ero giovane ma decisi di iscrivermi. Fu come riprendere un vecchio discorso che non avevamo mai interrotto completamente”. È così che la sua vita è cambiata per sempre, la Rossellini ha scelto di vivere in una fattoria dove ancora oggi si occupa di animali e produce ortaggi: “Capisco che tutto questo possa apparire stravagante”. Su questo mondo Isabella ha addirittura scritto un libro, “Le mie galline e io” edito da Jaca Book. Questo è una sorta di omaggio al volatile in questione: “Nella scala dei valori animali la gallina occupa uno degli ultimi posti. E’ un peccato perché anzi c’è chi sostiene che discendiamo proprio da quei volatili”.
Isabella Rossellini, “Allontanata dalla Lacome per…”: la carriera
Isabella Rossellini ha avuto sicuramente due genitori ingombranti con cui fare i conti per poi diventare una vera professionista. Quella che è stata per molti anni modella di Lancome è infatti la figlia di Roberto Rossellini e Ingrid Bergman. Racconta a La Repubblica: “Non hanno fatto nulla per complicarmi la vita. La libertà si accentuò dopo che i miei divorziarono. Mia madre andò a vivere a Londra, poi a Parigi e poi a New York. Le città erano scelte ovviamente in base al suo lavoro”. Nata a Roma il 18 giugno del 1952 ha esordito come attrice nel 1976 con un regista di grandissimo livello come Vincente Minnelli “Nina”. Non fu facile però sfondare nel mondo del cinema, tanto che racconta: “Il primo film girato dai fratelli Taviani si intitolava Il Prato e andò malissimo”, era il suo secondo lavoro. In molti la legano però ovviamente a David Lynch per il quale recitò in “Velluto Blu” e “Cuore Selvaggio”: “Lui mi diceva sempre che se la vita la capivo tutta non aveva senso viverla”.