Da una scrittrice come Barbara Alberti a Juri Chechi. Caterina Balivo, nella puntata odierna di Vieni da me, dopo aver aperto i cassetti insieme alla Alberti, sfoglia l’album di famiglia con Juri Chechi che ripercorre le tappe più importanti della sua straordinaria carriera sportiva. Simpatico e sempre in perfetta forma, Juri Chechi ricorda come, da bambino, ha praticato diversi sport prima di appassionarsi alla ginnastica. “A sei anni, mio padre mi comprò la prima bicicletta. Poi arrivarono i guantoni da box e facevo tutto perché lo volevo. Un giorno, però, con mia madre, andai a vedere l’allenamento di mia sorella che praticava ginnastica. Provai e mi divertì talmente tanto che decisi che quello sarebbe stato il mio sport. Quando lo dissi mio padre, lui mi disse che la ginnastica era uno sport per signorine. Poi, però, divenne il mio primo sostenitore“, ricorda Juri Chechi che, pur avendo avuto una vita diversa da quella degli altri ragazzi, rivela di non aver mai fatto un sacrificio – “di sacrifici ne ho fatti tanti, ma per me non erano sacrifici perchè avevo consapevolmente scelto quella vita”.
JURI CHECHI: “VOLEVO VINCERE LE OLIMPIADI A TUTTI I COSTI”
Per inseguire il sogno di vincere le Olimpiadi, Juri Chechi va via di casa a soli 14 anni. Il suo obiettivo è salire sul podio dei vincitore alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992. “Ho lavorato per anni per vincere le Olimpiadi. Ero preparato per partecipare ai Giochi Olimpici di Barcellona del 1992. Una settimana prima, però, durante un semplice esercizio mi rompo il tendine di achille. E’ stato molto difficile accettarlo, ma mi sono trasformato. Ho cambiato l’obiettivo puntando ad Atlanta 1996 e quell’oro è stato il coronamento di un sogno che avevo sin da bambino”, racconta. ancora un infortunio, poi, rischia di far chiudere in anticipo la carriera, ma Juri Chechi non si arrende e non solo partecipa nuovamente alle Olimpiadi ma vince anche una medaglia di bronzo: “nel 2004 ad Atene ho vinto un bronzo che vale quanto un oro. Dopo l’ro di Atlanta era pronto per riconfermarmi alle olimpiadi di Sidney ho avuto un altro infortunio. Il professore mi disse di smettere e accettai il verdetto. Però, decido di fare un’ultima gara e e vinco questa medaglia ad Atene nel 2004 che vale più di un oro”.