Selvaggia Lucarelli torna all’attacco delle Iene, anche se in principio in questo caso è stata lei a esser stata tirata in ballo. La giornalista con una lettera a Dagospia, il sito di Roberto D’Agostino, risponde a chi su quelle stesse pagine l’ha criticata per il suo attacco al programma di Italia1. Una persona rimasta anonima, ma la cui identità è stata scoperta dalla Lucarelli («sospetto abbia lo stesso nome di un voluminoso e simpatico giudice di Masterchef») l’ha accusata di incoerenza perché ha disprezzato gli speciali sulla strage di Erba ma apprezza il lavoro di Pablo Trincia, autore di una inchiesta pubblicata da Repubblica sul caso dei Diavoli della Bassa Modenese. «Paragonare i due casi, oltre che i due metodi di inchiesta, è come paragonare il metodo Stamina alla scoperta della penicillina o il Blue Whale al suicidio di massa di Jonestown». Selvaggia Lucarelli spiega che «quella di Trincia è un’inchiesta originale, durata tre anni di lavoro e di studio», invece «quella delle Iene è un sostanziale taglia e cuci di inchieste già svolte da altri giornalisti già dal 2010 e riportate sia in speciali tv che in articoli e libri».
SELVAGGIA LUCARELLI CONTRO LE IENE
Ma Selvaggia Lucarelli fa riferimento anche alle differenze tra i due casi e al trattamento delle informazioni. «Nel caso di Erba i tre gradi di giudizio hanno fornito sempre un’unica risposta: Rosa e Olindo (unici indagati e unici rinviati a giudizio della vicenda) sono colpevoli». Diverso è il caso dei Diavoli della Bassa Modenese, con imputati in parte assolti, in parte condannati, in parte suicidati… «Assolti e condannati, al contrario di Rosa e Olindo, non hanno MAI confessato nulla ma si sono anzi sempre proclamati innocenti». E gli accusatori, bambini molto piccoli, «come accertato in tribunale, hanno raccontato moltissime bugie e accusato numerosi innocenti, tanto che il filone satanista indicato dagli stessi bambini si è rivelato del tutto falso e ha portato all’assoluzione di molti dei sedici imputati». Alcuni di quei bambini hanno affermato di aver subito delle pressioni dagli assistenti sociali.
“ABUSO DI SUGGESTIONI E REVISIONISMO MOLESTO”
Ma per Selvaggia Lucarelli c’è un’altra differenza tra gli speciali delle Iene sulla strage di Erba e l’inchiesta di Pablo Trincia. «Non accusa di satanismo e pedofilia il nonno, il nipote, il benzinaio, la badante ucraina dei condannati in via definitiva grazie a super testimoni che vendono metanfetamine al boschetto di Rogoredo». Nella lettera inviata a Dagospia la giornalista evidenzia il fatto che le sentenze possano essere messe in discussione, anche perché i magistrati sono «fallibili», ma d’altra parte questo deve accadere «solo di fronte a nuove scoperte, prove o indizi determinanti che non siano già stati discussi e smontati nei processi e senza appiccicare addosso ad innocenti accuse infamanti». E quindi coglie l’occasione per attaccare nuovamente le Iene: «Sono colpevoliste e colpevoli di abuso di suggestioni, cultura del sospetto e revisionismo molesto con l’aggravante della sollevazione popolare. Del resto, l’autore del caso Erba è lo stesso del caso Stamina». E non manca l’attacco ad Antonino Monteleone: «In entrambi i casi, un tizio arrogante con la barba incolta ha cercato di convincerci di avere fatto la scoperta del secolo. Il primo – Vannoni – è finito in galera. Al secondo – l’incravattato – auguriamo una sorte migliore».