Da Vasco Rossi a san Francesco. Nando Bonini, ex chitarrista del Blasco, ha cambiato vita. Prima della conversione era una vita “spericolata”; oggi, dopo una serie di “diocidenze”, Nando è diverso. Se è vero (com’è vero) che “Dio fa nuove tutte le cose”, non c’è massima che gli si addica di più. È una storia non dissimile da quella di tanti altri colleghi, da Ron a Nek passando per i The Sun. Un po’ come questi ultimi, oggi, Nando si dedica alla testimonianza in musica. La chitarra è sempre stata il suo mestiere: inizia a suonarla a 6 anni, e a 10 forma il suo primo trio. Il talento gli permette di farsi notare sulla scena rock dell’epoca. Così intesse le prime collaborazioni con i Righeira, Edoardo Bennato, Alberto Fortis, gli Skiantos, Sabrina Salerno e Ronnie Jones. All’inizio degli anni Novanta incontra Vasco Rossi, e c’è intesa fin da subito. Ancora oggi lavorano insieme alla produzione degli album (ma non in tournée).



Nando Bonini e la moglie Marina

Da qualche anno, Nando Bonini è entrato a far parte dell’Ordine Francescano Secolare. La moglie Marina l’ha assecondato in tutto, prima, dopo e durante la sua conversione. Lei stessa – racconta ad A sua immagine – pregava per lui e per il loro matrimonio. “Cercava da me un aiuto per non uscire, quando era in tournée. Si chiudeva in camera e parlavamo al telefono”. La cosa, confida, è partita proprio da lei: “Ho iniziato con una devozione alla Madonna di Pompei. Recitavo tre Rosari al giorno e andavo a Messa. Quando lui ha iniziato a mettere la musica al servizio della fede, io ho iniziato a dipingere icone”. Bonini, infatti, è ancor oggi impegnato in musical e recital religiosi. Tra gli altri è in contatto con Marna, una piccola casa discografica che produce i suoi dischi, e In Cammino per Betlemme, la compagnia teatrale che porta in scena i suoi recital.



Il primo musical

Il primo tra i musical promossi da Nando Bonini fu quello su san Francesco. Il progetto nacque per caso: durante l’ennesimo servizio fotografico, un rappresentante di moda lo avvicina. “Ho un’idea nel cassetto”, gli dice, e gli fa ascoltare ciò che ha in mente. Lui è quasi disgustato: “Ero pieno di me. Rifiutavo Dio, che è ancora peggio di dire ‘Tu non esisti’. Non potevo fare una roba del genere. Io, musicista di Vasco”. Così pensa di liquidarlo, ma i piani di Dio sono diversi. Alla domanda del rappresentante (“mi puoi aiutare?”), lui risponde “va bene”. Così, spontaneamente. “Mi guardava negli occhi, mentre io non ne avevo il coraggio. All’epoca scelsi di farlo per vanagloria, volevo fare bella figura. Però ho dovuto informarmi su san Francesco, prendere in mano le fonti francescane, all’interno delle fonti ci sono citazioni del Vangelo…”. E così il seme ha portato frutto.

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